Il Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte”, in seguito alle dichiarazioni dell’Onorevole Gianpiero D’Alia, rilasciate ieri in conferenza stampa, scrive una lettera allo stesso deputato nazionale, rivolgendo un appello: “L’ordinanza di Accorinti ed il Ddl approvato non lasciano dubbi: il Piemonte deve restare un Ospedale con pronto soccorso ed i reparti che lo rendono tale”.
Marcello Minasi, presidente del Comitato, infatti, esprimendo compiacimento per il progetto di un polo culturale presso l’ex Ospedale Margherita, manifesta al tempo stesso i suoi forti dubbi sulla prospettata “cittadella della salute” all’Ospedale Piemonte.
D’altro canto, Minasi fa riferimento al ruolo che nella vicenda ha avuto Giovanni Ardizzone, Presidente dell’Ars nonché collega di partito dell’Onorevole D’Alia: “ritiene – scrive il rappresentante del Comitato – che l’accorpamento all’Ircss sia la condanna del Pronto soccorso e quindi dell’Ospedale Piemonte, come paventato dal suo collega di partito, Presidente dell’Ars, Ardizzone? Se così non è, non possiamo certo cominciare dalla sua chiusura”.
Se per l’Ospedale Piemonte, come si chiede Minasi, debba essere un Governo regionale “con il suo assessore, insieme alla schiera di deputati locali, a ridefinire gli obiettivi del manager alla luce delle recenti decisioni dell’Assemblea e del Governo”, allora non potrà esserci “nessuna cittadella della Salute. Così come domani potrebbe non esserci nessuna cittadella della Cultura”.
A tal fine, il Comitato confida nel pragmatismo dell’Onorevole D’Alia, per un intervento tempestivo: “contiamo – afferma Minasi – nel contributo Suo e del Suo gruppo nell’applicazione degli indirizzi e delle leggi regionali”.
Di seguito la lettera di Marcello Minasi, presidente del Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte”, a Gianpiero D’Alia, presidente dell’Udc.
“Sono personalmente soddisfatto delle possibilità che avrà il Margherita di essere utilizzato per una causa, la Cultura, altrettanto importante quanto la Salute.
Capisco meno il concetto di “cittadella della salute” per l’Ospedale Piemonte, del quale era programmata la chiusura il 10 ottobre scorso. L’evento che l’ha bloccata è stato l’ordinanza sindacale. Il provvedimento, seppur “mal strutturato” come da Lei sostenuto, è stato determinante. L’ordinanza di Accorinti ha, infatti, evitato che l’Ospedale dei Messinesi chiudesse.
Ci chiediamo se siano affari personali (in senso amministrativo naturalmente) di un Direttore generale la salute di 150 mila messinesi o piuttosto della schiera di deputati che li rappresentano, con in testa l’assessore stesso?
E’ noto il Suo pragmatismo ed è per questo che Le rivolgo un appello: ritiene che l’accorpamento all’IRCSS sia la condanna del Pronto soccorso e quindi dell’Ospedale Piemonte, come paventato dal suo collega di partito, Presidente dell’Ars, On. Ardizzone? Se così non è, non possiamo certo cominciare dalla sua chiusura.
Il Direttore generale, dal canto suo, non è un marziano autonomo ed isolato. Egli sta svolgendo un mandato che gli è stato dato, un contratto che ha sottoscritto, una programmazione di questo Governo regionale.
Ritiene Lei ed il suo gruppo politico che debba essere il Governo, con il suo assessore, insieme alla schiera di deputati locali, a ridefinire gli obiettivi del manager alla luce delle recenti decisioni dell’Assemblea e del Governo?
In caso contrario non ci sarà nessuna cittadella della Salute. Così come domani potrebbe non esserci nessuna cittadella della Cultura.
Non abbiamo motivo di ritenere che a Lei sfugga l’importanza della tempestività ed al contrario contiamo nel contributo Suo e del Suo gruppo nell’applicazione degli indirizzi e delle leggi regionali.
L’ordinanza di Accorinti ed il DDL approvato non lasciano dubbi: il Piemonte deve restare un Ospedale con pronto soccorso ed i reparti che lo rendono tale”.
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