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Piemonte-Irccs. Fsi: “Troppi trasferimenti. Pta o Pte è la soluzione”

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Ennesimo episodio della lunga saga sul destino dell’ospedale Piemonte. A prendere parola questa volta è Fsi che propone una soluzione ad una questione che sembra non avere fine.

“Sono circa 600 i trasferimenti su 15200 accessi dall’ospedale Piemonte, solo nel primo semestre 2015, a vantaggio delle cliniche private. Ma vogliamo essere più precisi: di questi trasferimenti pari a un buon 46%, il 70% è spedito a Villa Igea e Iomi (Ganzirri), al secondo posto le Cliniche “Cristo Re” e “San Camillo”, terze Villa Salus e Cot. Questo dato è incontrovertibile, tralasciando chi sarà il padrone dell’ospedale: o il Centro Neurolesi Bonino Pulejo o l’Asp di Messina. Gli interventi politici che si pregiano di ricercare il bene collettivo non faranno rinascere il Pronto Soccorso né riporteranno le specialistiche mancanti, qualcuna come l’Emodinamica scippata nel lontano 2009 dal Papardo”.

Ci pensa la Fsi Messina con il suo segretario territoriale, Giovanni Micali, a rendere più fruibile la proposta del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, affidando il nosocomio del viale Europa all’Asp e con la possibilità di mantenere strutture salvavita come l’Emodinamica invece di un Pronto Soccorso che non funzionerebbe mai a pieno regime e in sicurezza come dal 2009. La risposta sta nella conversione in Presidio Territoriale Assistenziale o Emergenziale (Pta o Pte) per lo smaltimento esclusivo dei codici bianchi e verdi, senza intasare i grossi ospedali, gestito H 12 o 24 e senza deroghe al decreto Balduzzi. “Quello che inquieta – spiega Micali – è che questo metodo era già inserito nella riforma sanitaria dell’ex assessore regionale Russo quindi febbraio 2010. Anziché fare gli schizzinosi sulla chiusura/trasformazione di un Pronto Soccorso cittadino (che nessuno vorrebbe se non fosse necessario), dovremmo imparare a leggere i numeri non della spending review ma dei codici verdi dell’ultimo anno e mezzo. Ben 8657 codici verdi (solo fino allo scorso maggio su 12333 accessi) e 19657 del 2014 (su 28mila accessi). Questo ci dice onestamente che i ricoveri sono in forte in calo e non raggiungono neanche il 20% degli accessi in un ospedale che comunque regala un passivo di 10 milioni di euro annui all’Azienda Papardo-Piemonte. Quale manager o istituzione si accollerebbe un plesso sanitario così improduttivo, senza apportare alcuna modifica in armonia con le leggi ministeriali? E’ naturale, a questo proposito, che i 31 posti letto destinati alla riabilitazione, eventualmente ceduti dal Papardo al mix Neurolesi-Piemonte, siano una convenienza per entrambi: uno sgravio di 800mila euro l’anno nei costi da una parte ed incremento di pazienti dall’altra con opportunità di nuovi studi clinici”.

“E’ vero che la mission riabilitativa dell’Irccs di Bramanti fornirebbe un grosso speso specifico al Piemonte – ribadisce il segretario Fsi – per una sanità che, ormai, va verso la lungodegenza. Ma le specialistiche di emergenza sarebbero quelle connesse strettamente al settore della fisioterapia. Nessun trauma cranico o un politrauma o infarto potrebbe essere preso in carico e trattato con le dovute cure del caso, tranne che il ddl Formica-Picciolo non inserisca a chiare lettere la Neurochirurgia e l’Emodinamica. Senza contare tutte quelle patologie da classificare nell’archivio ‘madre e bambino’ che sarebbero catapultate tra Policlinico e Papardo”.

“Le modifiche di cui parliamo – sottolinea ancora Micali – non hanno un impatto finanziario insostenibile ma in sintonia coi tempi. Avevamo annunciato che il ddl per l’accorpamento Piemonte-Irccs rischiava di non essere dibattuto per questioni più impellenti sul piatto palermitano. Alla cittadinanza  non importa chi apporrà la firma sul decreto. Importa solo garantire una assistenza territoriale che ne interpreti le caratteristiche geografiche, senza escludere per questo la tutela dei comuni provinciali. Se per attuarlo, occorre riabbracciare il disegno (accorpamento del presidio all’Asp Messina) promosso dal deputato Rinaldi a settembre 2014 e recuperato dal presidente in quota Udc con la variazione in Pte, possiamo in ogni modo gridare ad un risultato ottenuto. Stare in bilico con dispendio di energie per gli addetti ai lavori e panico per la popolazione non ha più senso”.

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