Perché la Sicilia è “zona arancione”? Se lo stanno chiedendo tutti, dai semplici cittadini ai politici un po’ a tutti i livelli. La risposta appare complessa e risiede non solo nei posti letto per i ricoveri ordinari e le terapie intensive, ma anche nel famoso indice Rt e, in generale, in un totale di 21 parametri atti a valutare il livello di rischio covid attuale nei singoli territori.
Nello specifico, i 21 indicatori presi in considerazione dal Ministero della Salute e dai suoi esperti per definire i confini delle zone di rischio (gialle, arancioni e rosse) mirano a valutare la capacità di monitoraggio; la capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti; la stabilità di trasmissione e la tenuta dei servizi sanitari delle singole Regioni.
È dalla valutazione di queste tre macro-aree (attraverso i parametri che vedremo elencati più in basso in questo articolo) che è dipesa la collocazione della Sicilia nella “zona arancione”. Nella settimana di riferimento dei tecnici che, ricordiamo, è quella tra il 19 e il 25 ottobre, l’indice Rt medio dell’Isola era di 1,42.
Insomma, mentre nelle loro ultime dichiarazioni social il presidente Nello Musumeci ha puntato l’attenzione sul numero dei contagi (nettamente inferiore a quelli della Campania, che è zona gialla) e l’assessore alla Salute, Ruggero Razza, sull’occupazione di posti letto ordinari e terapie intensive; i parametri usati per valutare la collocazione delle regioni nelle aree di rischio sono più articolati.
A pesare sulla decisione dell’esecutivo sarebbero stati in particolare le problematiche relative alla capacità di tracciamento, l’indice di trasmissibilità e il rischio del collasso del sistema sanitario. Su quest’ultimo punto si dovrebbe intervenire, in parte, attraverso il piano per i posti letto improntato dalla Regione. Va ricordato, inoltre, che la decisione si basa non solo sullo stato attuale, ma anche sulle proiezioni elaborate sulla base dell’andamento dell’epidemia.
La collocazione della Sicilia (e delle altre regioni) nella zona attuale è comunque temporanea e dura, in teoria, fino al 20 novembre 2020.
Zona gialla, arancione e rossa: i 21 parametri decisivi per la Sicilia e le altre regioni
Nel report dell’Istituto Superiore di Sanità del 24 ottobre 2020, la Sicilia era classificata come regione ad alto rischio, con “probabilità alta di progressione ” e “molteplici allerte di resilienza: dichiarata criticità”
I 21 parametri usati dagli esperti del Ministero della Salute per decidere quali regioni dovessero collocarsi in zona gialla, quali arancione (come la Sicilia) e quali rossa, sono i seguenti.
Indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio:
- Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo;
- Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo;
- Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in Tl/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo;
- Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo;
- Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale);
- Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale);
Indicatori di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti:
- Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese;
- Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi;
- Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale);
- Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracing;
- Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento;
- Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata ima regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.
Indicatori di risultato relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari:
- Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni;
- Rt (indice di trasmissibilità) calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione);
- Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana (opzionale);
- Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID-19 per giorno;
- Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito);
- Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note;
- Numero di accessi al PS con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a COVID-19 (opzionale);
- Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti COVID-19 (allerta se si supera il 30%);
- Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19 (allerta se si supera il 40%).
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