Generalizzare è sempre sbagliato, soprattutto quando si giudica qualcosa che non si conosce. I pregiudizi sulla Sicilia non sono mai stati veramente smentiti e ancora oggi buona parte degli abitanti di un’isola affascinante quanto bistrattata sono condannati da ignobili etichette. Ma se poi è la politica a fomentare tali giudizi (talvolta ingenuamente) il quadro resta ancor più desolante.
Ieri pomeriggio il movimento “Vento dello Stretto” si è casualmente imbattuto in una frase presente nella bacheca Twitter del Transeuropa Festival. Gli organizzatori dell’importante evento internazionale salutavano la partecipazione di alcuni esponenti di “Cambiamo Messina dal Basso” con poche righe in cui sono concentrare una serie di inesattezze che offendono la città dello Stretto.
“Nel disastro di una città amministrata per decenni da partiti collusi con la mafia un movimento civico è riuscito a ispirare un’energia positiva nel popolo, vincendo le elezioni”.
Questa la sommaria traduzione del tweet segnalato da Ferdinando Croce e dal consigliere comunale Piero Adamo. Entrambi hanno provveduto a replicare immediatamente sulla bacheca virtuale, chiarendo che la politica cittadina non ha mai avuto rapporti con la mafia. “Messina non è una città mafiosa – spiega Vento dello Stretto – e non è neanche una città che per decenni é stata amministrata da partiti legati alla mafia e questo semplicemente perché non esistono sentenze di condanna per mafia dei nostri precedenti amministratori e perché il nostro Comune non è mai stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Questo concetto va affermato inequivocabilmente e senza attenuanti o sillogismi di sorta.
Anche gli stessi componenti di “Cambiamo Messina dal Basso” hanno comunicato di aver chiesto agli organizzatori di rivedere il commento apparso su Twitter. Tuttavia, il movimento vicino al sindaco Accorinti non sembra voler gettare acqua sul fuoco. “Abbiamo chiesto agli organizzatori di modificare l’espressione usata, per evitare generalizzazioni che non crediamo facciano bene – spiega Federico Alagna – fermo restando che, se guardiamo alle vicende giudiziarie (bastano quelle siciliane, senza guardare al resto d’Italia) che hanno coinvolto i principali partiti che hanno amministrato la nostra città negli ultimi anni, qualche riflessione dovrebbe pur nascere”.
Quando si parla di mafia, bisognerebbe invece rifarsi sentenze emesse dai tribunali senza tirare in ballo vicende lontane dal territorio messinese. Altrimenti c’è il rischio che la sacrosanta critica a una cattiva gestione della cosa pubblica venga scambiata con un’attività mafiosa. Con un sindaco che ancora dopo due anni si lascia andare a continui confronti con “quelliceranoprima” il rischio di cadere nell’equivoco c’è tutto, soprattutto se ci si rivolge a platee lontane che inevitabilmente adottano degli stereotipi per giudicare ciò che conoscono poco. Accorinti è solito parlare della città in giro per la nazione e talvolta per il mondo. Sindaco sia più cauto nel raccontare agli stranieri la nostra città, come si è visto l’equivoco è dietro l’angolo.
Andrea Castorina
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Sarà anche sbagliato generalizzare, ma non dimentichiamo i rapporti tra Buzzanca e la Corda Frates…