Una richiesta protocollata il 24 luglio ma mai accolta dall’Amministrazione comunale, quella della Rete per la promozione del partenariato sociale che, dopo aver stilato delle linee guida da cui partire per creare un nuovo regolamento per il cosiddetto baratto amministrativo, ha chiesto formalmente di incontrare Giunta, Consiglio e Sindaco per discuterne insieme e arrivare a un comune accordo.
A parlare, a nome delle tre Associazioni e dei 500 cittadini che hanno sottoscritto la richiesta, sono stati Marco Bellantone, rappresentante dell’associazione di Piazza Cairoli, Antonio Gambino, rappresentante di MessinAccomuna e Maria Franzò, rappresentante della Rete per la promozione del partenariato sociale.
La questione affrontata durante l’incontro che si è tenuto fuori da palazzo Zanca, risale a luglio scorso, quando la Rete ha presentato delle linee guida dalle quali ripartire per stilare un nuovo regolamento per il baratto amministrativo (a seguito del “no” del Consiglio comunale alla precedente proposta), che sarebbe diventato partenariato sociale, in quanto non doveva essere una strada per “evadere” dal pagamento delle imposte comunali, ma una nuova via per incrementare la partecipazione civica.
Per aprire la discussione con Giunta, Consiglio e Sindaco, la richiesta doveva essere sottoscritta da 3 Associazioni iscritte all’apposito albo comunale o da almeno 500 cittadini. La Rete ha presentato entrambe le richieste, la prima a luglio, la seconda a settembre, entrambe ignorate dall’Amministrazione comunale: «Ad oggi – spiega Franzò – non c’è stata nessuna risposta. La nostra richiesta è tra l’altro regolamentata dallo Statuto comunale».
«L’articolo 26 dello Statuto comunale – continua Franzò – dice che la risposta a questo tipo di richiesta deve essere accettata entro 30 giorni. Poi la vicenda è andata avanti, il Sindaco ha proposto varie delibere poi ritirate a settembre, noi abbiamo chiesto varie volte di essere ascoltati in commissione per parlarne anche prima della discussione delle delibere. Non c’è stata data questa possibilità, c’è stato semplicemente detto che c’era già una proposta di regolamento in discussione, cosa sbagliatissima perchè, a prescindere, loro dovevano sentirci».
L’esposto
Per questo la Rete civica ha mandato un esposto al Prefetto di Messina e all’Assessore regionale agli enti locali, Bernadette Grasso: «denunciamo la violazione dello Statuto comunale – spiegano i rappresentanti della Rete e delle associazioni – e chiediamo che vengano fatti i dovuti accertamenti per verificare di chi è la responsabilità di questa mancata convocazione e di prendere le misure necessarie per far sì che venga rispettato lo Statuto comunale, anche eventualmente disponendo un commissariamento, se gli organi deputati non lo vogliono fare».
I locali comunali sempre meno accessibili
«Abbiamo tentato di collaborare con l’Amministrazione in modo civile – concludono – anzi eravamo aperti a una discussione, ma il Palazzo Municipale è sempre più chiuso, per questo oggi abbiamo deciso di parlarne fuori dai locali comunali. C’è, tra l’altro, una delibera che prevede che chiunque richieda in concessione il Salone delle Bandiere deve pagare un obolo per effettuare la richiesta (questa delibera è stata poi modificata richiedendo che i gruppi politici venissero esclusi dal pagamento). Adesso si propone che l’obolo venga esteso anche alle altre sale, escludendo ancora di più i cittadini alla partecipazione».
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