«Palazzo dei Leoni diventa uno strumento di sviluppo per Messina»: dopo la tappa a Palazzo Zanca per presentare il nuovo piano “Riparte Messina” il sindaco Cateno De Luca passa dalla Città Metropolitana dove illustra il ruolo che svolgerà l’ex provincia nel rilancio socio-economico della città dello Stretto. Tra i lavori in programma per i prossimi mesi, il completamento della Panoramica dello Stretto.
Punto di partenza – come da copione – è stato l’attacco a Renato Accorinti e alla sua Giunta. Appena entrato a Palazzo dei Leoni, infatti, Cateno De Luca non perde tempo e punta il dito contro Renato Accorinti “reo” – secondo lui – di aver firmato il Masterplan «facendo perdere alla città 227 milioni di euro». Ma andiamo al punto e vediamo qual è la situazione attuale della Città Metropolitana, quali sono alcuni dei progetti in cantiere e come verranno finanziati.
«Firmato nel 2016, il Masterplan per Messina ha rappresentato un’anomalia – ha esordito Cateno De Luca. Il Masterplan (o Patto per le Città Metropolitane) nasce per il rilancio socio-economico delle città capoluogo. In quest’ottica si è agito a Catania e a Palermo. Qua a Messina, l’allora sindaco Renato Accorinti ha rinunciato a 227 milioni di euro destinati alla città dello Stretto, a beneficio degli altri comuni della Città Metropolitana. Perché Messina è negli ultimi posti delle classifiche sulla vivibilità? – ha proseguito. Perché le risorse che avrebbero potuto sostenerla non sono state usate per la città. Messina ha perso una grande occasione, ha perso 227 milioni di euro».
Se oggi Palazzo dei Leoni è salvo – ha concluso –, è grazie alla “ricetta De Luca”. La Città Metropolitana diventa un altro strumento di sviluppo, non è più una “zavorra”. E manterrà gli impegno con i suoi inquilini, nel giro di due/tre mesi si chiuderà il capitolo delle stabilizzazioni».
La rimodulazione dei fondi del Masterplan per Messina
Concluso l’intervento introduttivo del sindaco Cateno De Luca, Armando Cappadonia ha fatto il punto sulla rimodulazione dei fondi del Masterplan conclusa a ottobre 2019. Sono previsti: circa 105 milioni di euro destinati ad altri Enti; 43 milioni al Cas (di cui il 99% sarà usato per la realizzazione dello svincolo di Alì Terme; 96 milioni di euro divisi tra Comune di Messina ed Amam; oltre 71 milioni di euro per la Città Metropolitana che verranno usati per la viabilità; infine, 16 milioni di euro sono transitati al commissario per il dissesto idrogeologico.
«Per quel che riguarda lo stato di avanzamento dei progetti, dai dati rilevati dalla banca unitaria – ha aggiunto Cappadonia – abbiamo 112 interventi inseriti e validati su un totale di 115. I 3 mancati riguardano la strada passata ad Anas, le scuole, e, infine, Valdina».
Manutenzione della viabilità provinciale
Per quel che riguarda la manutenzione delle strade provinciali di Messina, sono arrivate e arriveranno diverse fonti di finanziamento.
In particolare, risultano finanziati:
- tra 2021 e 2025, 9 milioni e 700mila euro l’anno (legge 205);
- tra 2022 e il 2023, 4 milioni e 400 mila euro l’anno (decreti del Ministero delle Infrastrutture del 2020);
- tra il 2019 e il 2023, 5 milioni di euro l’anno (altro decreto del MIT).
Tali risorse dovrebbero servire a mettere la Città Metropolitana di Messina in linea con gli standard nazionali per quel che riguarda l’investimento nella manutenzione delle strade provinciali.
Acqua a Messina
A parlare per i progetti di competenza dell’AMAM è stato il presidente dell’Azienda, Salvo Puccio che ha illustrato alcuni dei cantieri che verranno attivati nei prossimi mesi. Come già anticipato ieri in conferenza stampa, parte dei fondi verranno usati per il depuratore di Mili, mentre altre risorse serviranno alla ricerca idrica, eliminazione perdite, potenziamento di sorgenti che «porteranno circa 100 litri d’acqua in più alle casse di AMAM in termini di risorse idriche».
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