Tutti dovranno contribuire al pagamento del canone Rai: niente più evasione e nessuno “sconto” per chi non possiede un apparecchio televisivo. Il Canone Rai diventa una tassa a tutti gli effetti e si va ad aggiungere a quelle obbligatorie da versare allo Stato. Dal 2015, potrebbe entrare in vigore questo nuovo provvedimento e tutti gli italiani si vedranno obbligati a contribuire anche se nelle loro case non è presente un televisore.
Quella del Canone Rai − istituito il 21 febbraio del 1938 dal regio decreto legge n.256 −, fino a questo momento, è stata una tassa sul possesso e ha riguardato soltanto coloro che “detengono apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive nel territorio italiano, indipendentemente dalla visione o meno dei programmi Rai”. Da dicembre, tutto ciò potrebbe cambiare e a nulla servirà dare prova di non avere un apparecchio televisivo. Secondo le stime attuali, gli evasori, in Italia, sono tanti, se si considera che nel 98% delle case è presente una tv.
Una buona notizia, se così si può definire, è che il “contributo” da versare sarà generalmente più basso. Dal 2015, infatti, si passerà da una quota fissa di 113,50 euro a 35-80 euro. La somma da versare allo Stato sarà calcolata in base al reddito, i consumi e altri fattori variabili. A calcoli fatti, anche una famiglia benestante non dovrebbe arrivare a pagare 100 euro per questo servizio.
Per rendere effettiva la nuova tassa manca solo il via libera del premier Matteo Renzi e la decisione se farlo passare come decreto legge entro dicembre, interrompendo la “vecchia tradizione” per far spazio all’ “innovazione” dell’ultima ora. Una soluzione che – secondo i calcoli dell’Agenzia delle Entrate – dovrebbe portare nelle casse statali circa 1,8 miliardi di euro. Al momento, l’idea è quella di far pagare il contributo al servizio pubblico radio-tv con un F24, insieme alle altre tasse.
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