Ora solare 2021: tutti pronti a spostare le lancette indietro di un’ora

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Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre cambia l’ora, che da legale tornerà solare. Come ogni anno, nell’ultimo weekend di ottobre, le lancette dell’orologio si spostano indietro di un’ora, le giornate si accorciano, il buio arriva prima e si dorme un’ora in più. L’orologio si sposterà nuovamente domenica 27 marzo 2022.

In Italia l’ora legale – che dal 1916 al 1942 venne abolita e ripristinata diverse molte a causa dei conflitti mondiali – venne adottata definitivamente con la legge 503 del 1965. All’epoca durava quattro mesi, dall’ultima domenica di maggio all’ultima domenica di settembre. Dal 1996, allineandosi con il resto d’Europa, l’Italia introdusse un prolungamento dell’ora legale, fino all’ultima domenica di ottobre.

Ora solare 2021: gli ultimi giorni di luce

Stanotte, quindi, cambierà l’ora che da legale tornerà solare. Lo scopo dell’ora legale è di consentire un risparmio energetico, utilizzando meno luce elettrica e sfruttando le ore di luce naturale. Da tre anni in Europa si parla dell’abolizione dell’ora solare. In merito alla questione, tra il 4 luglio e il 16 agosto 2018, la Commissione europea aveva avviato una consultazione pubblica relativa proprio alle disposizioni sull’ora legale. La consultazione aveva ottenuto 4,6 milioni di risposte.

«Circa 4,6 milioni di cittadini – si legge nella relazione del Parlamento Europeo – hanno partecipato alla consultazione pubblica organizzata dalla Commissione, il che rappresenta il maggior numero di risposte mai ricevute in una consultazione della Commissione. Anche una serie di iniziative dei cittadini ha messo in evidenza le preoccupazioni del pubblico in merito al cambio semestrale dell’ora e alcuni Stati membri hanno già espresso la loro preferenza per la fine dell’applicazione di tali disposizioni relative all’ora legale. Alla luce di tali sviluppi è necessario continuare a salvaguardare il corretto funzionamento del mercato interno ed evitare perturbazioni significative causate da divergenze tra gli Stati membri in questo settore. È pertanto opportuno porre fine secondo modalità coordinate e armonizzate alle disposizioni relative all’ora legale».

Da tenere in considerazione anche la posizione geografica degli Stati Membri. «I territori diversi dai territori d’oltremare degli Stati membri – prosegue la relazione – sono suddivisi in tre diversi fusi orari o ore normali, vale a dire GMT, GMT+1 e GMT+2. L’ampia estensione territoriale dell’UE da nord a sud comporta differenze negli effetti della luce diurna in tutta l’Unione. È pertanto importante che gli Stati membri tengano conto degli aspetti geografici del tempo, vale a dire i fusi orari naturali e la posizione geografica, prima di cambiare i propri fusi orari. Gli Stati membri dovrebbero consultare i cittadini e le parti interessate prima di decidere di cambiare i propri fusi orari».

L’Italia ha deciso di mantenere le disposizioni in vigore. Secondo i dati di Terna – la società che gestisce la rete elettrica italiana – «nel 2020 i benefici dell’ora legale hanno determinato un risparmio pari a 400 milioni di kWh (quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 150 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 205mila tonnellate e a un risparmio economico pari a circa 66 milioni di euro».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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