Operazione Beta: Cucinotta e Lo Castro respingono le accuse

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Due giorni fa l’operazione Beta ha scosso la città di Messina: un blitz, eseguito a valle di anni di indagini, ha portato all’arresto di 30 persone, accusate di far parte di un “nuovo” ramo del clan Santapaola.

Associazione di tipo mafioso, estorsione, corruzione, trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà degli incanti, esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse, riciclaggio e molte altre le accuse di reato che hanno fatto scattare l’operazione, condotta dai carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Messina.

Un nuovo tipo di mafia che non è caratterizzata dalla violenza o dagli atti plateali ma che, attratta dall’economia moderna, è riuscita a infiltrarsi nell’imprenditoria locale.

Dalle indagini, condotte dai ROS e dalla DDA di Messina, è emerso il coinvolgimento di alcuni “colletti bianchi”: l’avv. Andrea Lo Castro e l’ing. Raffaele Cucinotta. I due, arrestati e al momento in custodia cautelare presso il carcere di Gazzi, sono stati ieri impegnati nell’interrogatorio con il GIP Salvatore Mastroeni.

10. LO CASTRO AndreaL’avvocato Andrea Lo Castro “per oltre due ore – dichiara il legale Nino Favazzo – ha risposto alle domande del gip e dei pm, fornendo una diversa chiave di lettura dei fatti che gli vengono addebitati, richiamando, a sostegno delle proprie affermazioni il contenuto di documenti ed atti pubblici”. Non si è sottratto, quindi, al confronto con il GIP l’avvocato Lo Castro, che è accusato di aver fornito le conoscenze e competenze burocratico-amministrative e aver agito da prestanome in alcune acquisizioni dei Romeo, figure apicali di questo ramo della “mafia 2.0” riconducibile al clan Santapaola di Catania.

“Già nella giornata di lunedì – ha aggiunto il legale di Lo Castro – produrrò al PM e al GIP gli atti richiamati nel corso dell’interrogatorio di garanzia richiedendo, all’esito del loro esame e delle dichiarazioni rese dall’indagato, la rivalutazione del quadro indiziario fin qui ritenuto sussistente”.

Nega qualsiasi coinvolgimento anche l’ingegnere Raffaele Cucinotta, funzionario del Comune di Milazzo e all’epoca dei fatti in servizio a Palazzo Zanca.  In base alle accuse, l’ingegnere, quale dipendente dell’Ufficio urbanistica del Comune di Messina, avrebbe riferito notizie riservate su un bando di gara e promosso una proroga del termine di presentazione delle offerte, sarebbe infine intervenuto “per evitare l’esclusione di una ditta dalla gara”. Queste sue azioni lo avrebbero fatto beneficiare dell’assunzione di persone vicine a suoi familiari.

Cucinotta, assistito dall’avvocato Salvatore Silvestro, si è detto estraneo alla presunta turbativa d’asta, sostenendo di non avere mai ricevuto somme di denaro in relazione all’episodio di corruzione contestato.

Nella giornata di venerdì Carlo Borella, il cui arresto non era stato eseguito perché si trovava all’estero, si è detto pronto a costituirsi per poter dimostrare l’estraneità ai fatti contestatigli.

Durante gli interrogatori di ieri hanno scelto, invece, la strada del silenzio le altre persone coinvolte nell’operazione Beta, ossia Salvatore Galvagno, Carmelo Laudani, Italo Nebbiolo e Giuseppe Verde. Negli interrogatori impegnati anche gli avvocati Antonio Albo, Angelo Colosi, Nunzio Rosso, Antonello Scordo e Tancredi Traclò.

Sulla recente operazione antimafia si è espresso anche il sindaco Renato Accorinti, sottolineando il grande impegno che l’Amministrazione ha profuso per limitare ed evitare qualsiasi infiltrazione di tipo criminale.

Dichiara il Sindaco: “In questi quattro anni abbiamo realizzato robusti anticorpi a tutela della vita civile e a garanzia della impermeabilità della macchina amministrativa ai tentativi di condizionamento della criminalità o di associazioni occulte deviate”.

In questa direzione, tra le altre cose, è stato redatto e annualmente aggiornato il piano triennale dell’anticorruzione e della trasparenza amministrativa, è stato adottato il protocollo di legalità, estendendolo anche alle società partecipate, sono stati realizzati protocolli di trasparenza e legalità ed è stato attivato un penetrante sistema di controlli interni.

“Da ultimo – conclude il Sindaco – avendo la Giunta già da più di un anno adottato il regolamento antimafia, auspichiamo adesso che il Consiglio Comunale possa approvarlo in tempi rapidi”.

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