Negli ultimi mesi si è parlato molto di spreco d’acqua a Messina. Il perché si sia arrivati alla crisi idrica, le responsabilità, la risposta che è stata data dall’Amministrazione, i disagi della cittadinanza: sono argomenti che abbiamo letto sui giornali, sui social e di cui abbiamo discusso nei bar. Proprio oggi, mentre un’ulteriore crisi veniva scongiurata (non senza disagi) riceviamo una lettera da un nostro lettore, Marcello Puglisi, di cui riportiamo alcuni stralci:
Stamani verso le ore 05.35 mentre percorrevo la via consolare Pompea dopo avere ultimato il servizio di notte sulle navi traghetto di RFI, all’incrocio con la via Stagno D’Alcontres (salita Papardo), notavo una copiosa quantità d’acqua scendere furiosamente verso valle; incuriosito dall’anomala dispersione del prezioso liquido, avendo appreso che proprio in queste ore siamo in piena emergenza, decidevo di percorrere la salita Sperone per arrivare ad individuare il punto della fuoriuscita.
Giunto all’incrocio con la via Mastroieni, notavo una libera e furiosa erogazione, per effetto della forte pressione, venire fuori da un boccalino da 70 mm.
Senza perdere nemmeno un attimo, mi mettevo in contatto con il 112 dei Carabinieri, i quali con altrettanta celerità mi mettevano in contatto con la sala operativa della Polizia Municipale che nell’immediato mi facevano sapere che occorreva contattare l’AMAM al numero tel. 090 365 7722.
Dopo pochi minuti richiamavo il pronto intervento della Polizia Municipale per far sapere loro che al numero fornitomi non rispondeva nessuno. Al tempo stesso apprendevo dalla Polizia Municipale che la squadra preposta dell’ AMAM sarebbe stata sul posto pochi minuti dopo l’inizio del turno, cioè subito dopo le ore 06.00.
Non potendo però contenere la mia irrequietezza per l’inutile dispersione di diverse tonnellate d’acqua che mi scorrevano sotto gl’occhi, richiamavo la sala operativa del 112 e avvisavo che era mia intenzione cercare di chiudere la valvola che si trovava inspiegabilmente aperta.
Alle ore 06.02 riuscivo a chiudere ad arrestare la fuoriuscita ponendo definitivamente fine allo spreco! Contestualmente avvisavo la sala operativa dei Carabinieri per comunicargli che il mio intervento era andato a buon fine.
Appena qualche minuto dopo intervenivano i tecnici dell’AMAM, ma non potevano che constatare i segni del fiume d’acqua che si era propagato lungo tutto il viale Stragno D’Alcontres (salita Papardo) e in buona parte lungo via consolare pompea (direzione sud).
L’intento del nostro lettore è stato certamente nobile ed è da lodare. Anche la sua voglia di voler scrivere questa lettera deve essere interpretata come una ferma volontà di diffondere qualcosa di bello: un gesto di impegno civile nei confronti della propria città e di una risorsa, l’acqua, che non può e non deve essere sprecata.
Al termine di questa lettera avremmo potuto accusare l’amministrazione di un’ ulteriore negligenza o prendercela con l’A.M.A.M. per lo stato delle tubature cittadine. Decidiamo invece di concentrare l’attenzione sul senso civico di questo messinese, esempio concreto che Messina può cambiare se i messinesi vogliono farlo davvero.
Ci interessa vivere in una città più pulita, più ordinata, dove tutto funziona? Bene, allora sarebbe il caso di iniziare da noi stessi, nella vita di tutti i giorni. Magari non ci capiterà di dover chiudere una conduttura d’acqua ma magari possiamo evitare di parcheggiare in doppia fila o di gettare una carta per terra.
Gesti semplici, che rendono più umana la nostra città. Una città che spesso è vista come un contenitore, senza considerare che sono i cittadini a farla, una città. Anche per questo motivo non accettiamo frasi come “Messina è bella se non fosse per i messinesi”. Messina sarà bella quando anche i messinesi sapranno prendersene cura. Ne siamo certi. E oggi, grazie al gesto semplice di un nostro lettore, lo è un po’ di più.
Foto di apertura di Daniele Passaro
(1971)