“Lucia Natoli, Matteo Cucinotta e le altre vittime del Rogo di Patti non hanno avuto ancora giustizia dopo 9 anni.
Anche per questa lentezza della Giustizia e per le mancate promesse dell’amministrazione comunale di Messina in tema di prevenzione,sicurezza e interventi mirati a sostegno delle proposte dell’Osservatorio “Lucia Natoli” quest’anno, per la prima volta, non sarà celebrato l’anniversario”.
Saro Visicaro, dell’Osservatorio Minori “Lucia Natoli, ricorda così, attraverso un post su Facebook, il tragico rogo del “Rifugio del falco”,
l’agriturismo di Patti che 9 anni fa, il 22 agosto 2007, andò in fiamme.
Vi morirono sei persone che nel locale stavano festeggiando un compleanno. Le vittime furono: il festeggiato, sindacalista della CGIL, Matteo Cucinotta, il fratello, Costantino, la moglie Lucia Natoli, direttrice dell’Ufficio Servizi Sociali del Tribunale dei Minori di Messina, Tina Scaffidi e Giuseppe Buonpensiero, impiegati della struttura recettiva, e Barberina Maffolini, tutti rimasti intrappolati tra le fiamme.
A quella tragedia seguì l’inchiesta, ci furono indagati, poi il processo e il 24 marzo 2015 la prima sentenza: i giudici del Tribunale di Patti, al termine di una Camera di Consiglio durata 7 ore condannaronoo a 5 anni e sei mesi Mariano La Mancusa, allevatore. Assolti, invece, i dipendenti della forestale, Antonino Carro, Giuseppe Giordano e Gaetano Galletta. Venne stralciata la posizione del titolare dell’agriturismo, Santi Anzà. Per lui fu chiesta una nuova perizia.
Mariano La Mancusa ed il fratello Carmelo ( questi successivamente prosciolto) furono arrestati 48 ore dopo l’incendio, accusati di essere stati i piromani che, incendiando alcune sterpaglie in contrada Moreri, a nord del rifugio, avevano dato inizio al rogo che, in un giorno caldo come quello del 22 agosto di quell’anno, con il vento a favore, si propagò per la campagna circostante. Oltre i 6 morti, una ventina di persone rimasero ustionate.
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