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No.Proroga.Rettori: «Perché la rassegna stampa del Crui non accenna alla condanna del Rettore?»

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Universita-MessinaIl Comitato No.Proroga.Rettori scrive al Professor Mancini, in qualità di Presidente della Conferenza dei Rettori e Rettore dell’Ateneo della Tuscia, nonché docente universitario e intellettuale impegnato sul fronte politico, esortandolo ad esprimere il proprio parere in merito alla situazione in cui versa l’Ateneo messinese, colpito in questi ultimi giorni dalla condanna del Rettore Tomasello. Condanna che non è stata riportata nella rassegna stampa del Crui (Conferenza dei Rettori delle Università italiane) di cui lo stesso Ateneo messinese è socio.

Nella nota che No.Proroga.Rettori scrive a Mancini si legge:

«Scorrendo la rassegna stampa Crui, abbiamo avuto modo di appurare che non vi si trova cenno alcuno ad una sconvolgente notizia, la quale a nostra memoria costituisce un precedente assoluto nella storia delle Università italiane: il Rettore della Università di Messina, Prof. Tomasello, imputato in un processo penale con l’accusa di avere interferito nello svolgimento di un concorso di II fascia presso la Facoltà di Veterinaria dell’Ateneo messinese, il 20 Febbraio ha riportato una condanna in primo grado di 3 anni e 6 mesi e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, risultandogli condonata la pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione, per i reati di tentata concussione per costrizione ed abuso di ufficio (in allegato copia della sentenza). Riteniamo opportuno, essendo l’Ateneo di Messina socio Crui, colmare tale lacuna informativa rendendo Lei e l’assemblea da Lei presieduta edotti circa una situazione che, per la cittadinanza e per una cospicua componente della comunità accademica messinese, è divenuta ormai insostenibile. Cogliamo altresì l’occasione per sottolineare il fatto che il Prof. Tomasello, insieme a Lei e una decina di altri Rettori in tutta Italia, si trova ancora alla testa del proprio Ateneo solo grazie a una interpretazione assai singolare, inserita nella legge di revisione della spesa dell’Agosto 2012, di una norma della legge 240/2010 che era stata adoperata già qualche mese prima per garantire ai Rettori il cui mandato era scaduto nel 2011 una proroga per l’anno accademico 2011/2012. Sulla questione si è a lungo dibattuto, dentro e fuori dalle aule dei Tribunali Amministrativi di mezza Italia, giungendo alla conclusione fortemente caldeggiata dal Ministro Profumo, che fosse opportuno lasciare in carica i Rettori uscenti affinché potesse essere portato a compimento con efficienza e rapidità il processo di transizione dall’assetto antecedente alla 240/2010, a quello odierno. Senza volere nulla recriminare circa le responsabilità che qualcuno dovrà pure assumersi, in merito al fatto che una legge di riforma varata all’inizio del 2011, oggi, a due anni di distanza, sia ben lungi dall’essere andata a regime, sommessamente ci domandiamo: ha senso sacrificare alla continuità il decoro e l’onore di un intero Ateneo che vede oggi il proprio Rettore bis-prorogato condannato, ancorché in primo grado, per avere commesso nella qualità di pubblico ufficiale reati contro la Pubblica Amministrazione? Il Rettore Tomasello, nei confronti del quale nessuno intende applicare criteri di giustizia sommaria, rifiuta di prendere atto della gravità della situazione e nonostante le sollecitazioni ricevute in tal senso si ostina a non rimettere il proprio mandato, riservandosi di qui a breve la facoltà di nominare il Consiglio di Amministrazione che gestirà le sorti dell’Ateneo nel futuro prossimo. Ciò in spregio dell’inevitabile procedimento disciplinare che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sarà tenuto ad avviare nei confronti del Prof. Tomasello, una volta ricevuto dalla Autorità competente estratto della sentenza. Procedimento il cui esito, alla luce della pensante condanna comminata al Prof. Tomasello dal Tribunale di Messina e della tipologia dei capi di imputazione, appare alquanto scontato. Tenuto conto della delicatezza della situazione, confidiamo nel fatto che il sito CRUI voglia sopperire alla mancanza di informazione da noi ravvisata, dando ospitalità ad articoli di stampa relativi alla vicenda messinese e al vivace scambio di opinioni che attraversa una comunità accademica locale scossa dalle recenti notizie di cronaca, cui una trasmissione molto popolare di una emittente nazionale ha dato ampia risonanza. Auspichiamo altresì che, preso atto della gravità del caso dell’Università di Messina, questo sia tempestivamente fatto oggetto di discussione attraverso l’inserimento di un opportuno punto all’ordine del giorno della prossima assemblea della Crui».

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