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Migranti, il Governo dichiara lo Stato di emergenza. Schifani: «Stiamo facendo la nostra parte»

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Nel corso del Consiglio dei Ministri di ieri, 11 aprile, il Governo ha dichiarato lo Stato di Emergenza per la gestione degli arrivi di migranti lungo le coste italiane. Durerà sei mesi e prevede, intanto, lo stanziamento di 5 milioni di euro a valere sul Fondo per le emergenze nazionali. Soddisfatto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. La proposta è arrivata dal Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci.

Così, in una nota di Palazzo Chigi, il Governo spiega le motivazioni che hanno portato alla dichiarazione dello Stato di Emergenza: «Il Consiglio dei ministri – si legge – ha esaminato i dati presentati dal Ministro dell’interno Matteo Piantedosi in relazione al forte incremento dei flussi migratori verso l’Italia registrato nell’anno in corso, che sta determinando situazioni di gravissimo sovraffollamento nei centri di prima accoglienza e, in particolare, presso lhotspot di Lampedusa, e alle previsioni di un ulteriore incremento delle partenze nei prossimi mesi. Da tali dati consegue la necessità di provvedere con urgenza all’attuazione di misure straordinarie per decongestionare l’hotspot di Lampedusa e per realizzare nuove strutture, adeguate sia alle esigenze di accoglienza sia a quelle di riconoscimento e rimpatrio dei migranti che non hanno i requisiti per la permanenza sul territorio nazionale».

A commentare, tramite una nota arrivata da Palazzo D’Orleans, il presidente della Regione Siciliana: «La decisione del Consiglio dei ministri di dichiarare lo stato di emergenza nazionale – si legge nel documento – in materia di immigrazione è stata fortemente apprezzata dal presidente della Regione che, infatti, in più occasioni l’aveva richiesto per affrontare un fenomeno già preoccupante e che non potrà che peggiorare con l’avanzare della bella stagione. La Regione Siciliana sta facendo la propria parte, anche attraverso il dipartimento della Protezione civile regionale, ma necessita di tutto l’aiuto possibile, compreso, al più presto, un intervento concreto e organico da parte dell’Unione europea».

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