La bocciatura del piano industriale di MessinaServizi Bene Comune non è una bocciatura politica, ma tecnica: lo ribadisce con forza il presidente dell’Azienda Pippo Lombardo che, con una nota, risponde alle critiche e all’annuncio di sciopero da parte dei sindacati.
La notizia della bocciatura del piano industriale presentato dal Direttore Generale Aldo Iacomelli non ha tardato a mostrare i suoi effetti risvegliando le preoccupazioni di Fp Cgil e Uiltrasporti che hanno visto in quello che dovrebbe essere un atto puramente amministrativo una mossa politica. I segretari delle due organizzazioni, infatti, nei giorni scorsi hanno annunciato lo sciopero – la cui data sarà resa decisa oggi – e sottolineato che, secondo loro: «La bocciatura del piano industriale è politica, non tecnica, frutto della volontà mai nascosta di privatizzare il servizio pubblico».
Risponde quindi direttamente ai rappresentanti dei lavoratori il presidente di MessinaServizi, Pippo Lombardo, che precisa: «La non adozione del Piano Industriale non è una bocciatura politica. Un piano industriale, per una gestione aziendale per i prossimi 7 anni e per un fatturato di oltre 200 milioni di euro, non si può approvare sotto la pressione e la minaccia di uno sciopero di settore».
Entrando poi nel merito del piano in sé Lombardo sottolinea come sia stato dato mandato al direttore generale già lo scorso 20 agosto di elaborare un piano in grado di portare al raggiungimento dell‘obiettivo del 30% di raccolta differenziata entro giorno 1 ottobre e, poi, del 65% – limite minimo stabilito dalla normativa – entro luglio 2019. Ma, ha aggiunto il Presidente: «Fino ad oggi abbiamo ricevuto solo tre versioni di un piano industriale che non dimostra come raggiungere tali obiettivi».
«Non capisco perché – ha poi aggiunto puntando l’attenzione direttamente sui sindacati – Uil e CGIL vedono la pagliuzza e non vedono la trave! Le suddette sigle sindacali, se veramente avessero avuto a cuore le sorti di questa azienda, il piano avrebbero dovuto pretenderlo subito, prima che la stessa società iniziasse l’attività».
«Chi di competenza – ha proseguito – ha tutti gli strumenti per attuare un piano ARO (Ambiti di raccolta ottimale) approvato già dal Consiglio comunale e il contratto di servizio, che consentirebbero a questa azienda di funzionare e di non lasciare il personale a rischio nell’espletamento del proprio lavoro».
Infine, Lombardo è tornato sulla questione della privatizzazione: «Se Fp CGIL e Uiltrasporti si fossero seduti al tavolo, avrebbero ascoltato con le proprie orecchie e visto con i propri occhi che le cose non stanno nei termini da loro presentati – ha concluso. La privatizzazione la vuole chi non mette realmente questa azienda nelle condizioni di raggiungere gli obiettivi di legge».
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