Nonostante i suoi 500 anni, la Vara è una delle tradizioni di Messina che meno sono state intaccate dal passare del tempo. In quest’anno in cui, per la seconda volta a causa del covid-19, la Processione non animerà le strade della città dello Stretto nel giorno di Ferragosto, abbiamo pensato di fare un piccolo ripasso, ricordando, con lo storico Franz Riccobono, alcune curiosità sulla Festa dell’Assunta e sul come veniva celebrata tanti anni fa.
Ieri insieme al presidente dell’Associazione Amici del Museo e componente del Consiglio regionale dei beni culturali, nonché del Comitato Vara, Franz Riccobono, abbiamo ricordato come la Processione del 15 agosto, a Messina, sia un importante momento di aggregazione per la città tutta e, soprattutto per le persone più direttamente coinvolte, un’occasione per espiare ed entrare maggiormente in contatto con la propria spiritualità e la propria fede. Oggi, andiamo alle origini di questa tradizione per ricordare alcuni elementi, alcuni fenomeni ed eventi ad essa collegati che oggi non ci sono più, o sono cambiati.
Festa dell’Assunta e Madonna della Lettera, due tradizioni intrecciate a doppio filo
Innanzitutto, ci ricorda Franz Riccobono, un tempo la Vara celebrava anche la Madonna della Lettera. «Occorre sottolineare – evidenzia – come per molti anni la devozione all’Assunta e quella verso la protettrice di Messina furono abbinate. Difatti, il festeggiamento della Madonna della Lettera un tempo avveniva il 15 agosto e non il 3 giugno. Il Duomo, infatti, non è dedicato alla seconda, ma alla prima. Non abbiamo un fercolo della Madonna della Lettera, perché per diverso tempo la Vara ha assolto entrambi i compiti».
Non solo Vara. La galea, tradizione dimenticata di Messina
Proprio questo legame si vede anche in un altro importante elemento della tradizione messinese, oggi dai più dimenticato: la Galea (una nave medievale, ndr), un apparato che veniva allestito nella grande vasca del piano di San Giovanni, dove ora c’è la villa Mazzini, per la Madonna della Lettera e per celebrare l’Assunta. «Di questa galea oggi restano dei preziosi elementi custoditi al Museo Interdisciplinare di Messina – chiarisce Riccobono. Si tratta nello specifico di placche in rame dorato che raccontano la storia dell’ambasceria dei messinesi, di San Paolo, del ritorno dei messinesi con la famosa lettera di protezione della Madonna. Sono opere straordinarie di argenteria di fine ‘700 che furono realizzate sui disegni di un pittore poco conosciuto, Carlo Minaldi. Si trovano nella sala del ‘700 del MuMe».
Un tempo il Ferragosto era una festa ancora più grande
In passato le celebrazioni della Festa dell’Assunta non erano ridotte solo al 15 agosto, ma duravano giorni e giorni e vedevano un grande coinvolgimento e una grande partecipazione attiva della cittadinanza che, oltre a seguire la Processione, allestiva essa stessa degli apparati devozionali. «I messinesi – ci racconta lo storico Franz Riccobono – non si limitavano a realizzare bandiere, stendardi o lenzuola ricamate, ma spesso creavano dei veri e propri apparati, di cui conserviamo traccia in letteratura, così come in alcune immagini d’epoca. In particolare, determinate categorie, come orafi e argentieri, allestivano dei trasparenti, decori in argento e oro che venivano esposti in occasione della Festa».
Anche sul piano amministrativo, la Vara è legata a iniziative di un certo valore, anche economico. Per esempio, ad ogni centenario (cioè nel 1642, nel 1742 e nel 1842) si era soliti realizzare delle opere di una certa importanza, come fontane e monumenti. «Le quattro fontane di via Cardines e via I settembre (un tempo via Austria) – ci ricorda Franz Riccobono – furono iniziate in occasione del centenario del 1742 e proseguite dopo. Nel 1842 venne realizzata la Fontana Falconieri, che oggi si trova in via S. Agostino, ma in origine si trovava nel punto di partenza di allora della Processione».
A questo link sono disponibili le foto della Processione della Vara di Messina del 2019.
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