Sabato 24 ottobre 2015, dai rubinetti delle case messinesi, quasi tutti, non sgorga più acqua. “Un guasto alla condotta di Fiumefreddo causato da frana – diranno dall’Amam – quanto prima sarà riparato”.
Nulla di nuovo per i cittadini, sanno che accade spesso: ad ogni acquazzone ( e ne abbiamo avuti) un pezzo di territorio cede. Sanno che la carenza idrica per uno/due giorni è il minimo che possa accadere nella terra che ha contato morti a sud e a nord del messinese, causa dissesto idrogeologico.
Non sanno che stavolta è diverso. Stavolta non basteranno nè uno nè due giorni. Non basteranno neanche i 6, con oggi giovedì 29 ottobre, già trascorsi.
“Almeno altri 5”- dice rammaricato il presidente dell’Azienda Meridionale Acque Messina “.
E i messinesi per ‘almeno, altri, 5 giorni, dovranno fare la fila davanti ai punti distribuzione istituiti dal Comune per rifornire del prezioso liquido. O recarsi nelle case dei più ‘fortunati’ parenti che, miracolo, l’acqua ce l’hanno. Certo, darebbe un minimo di sollievo all’animo cittadino che il Comune decidesse di chiudere la fontana di piazza Cairoli. Quello zampillìo che svetta sul terreno pare quasi un insulto alla nostra “sete”.
Intanto, un’altra ‘piaga’ si abbatte sul popolo dello Stretto, che le tasse le paga come tutti, ma così, ‘in fiducia’. Della serie: ” Io intanto pago perchè cosi si fa. Poi, se il servizio arriva bene, se non arriva, scrivo un post su Facebook, me la prendo con tutti, dal Sindaco ai Santi nessuno escluso, e mi appago. Tronfio di ardore e gonfio di livore.
Eppure eppure, c’è chi spererebbe che le cose vadano avanti così ancora per un po’. Sono le ditte che forniscono, privatamente, l’acqua a domicilio. Niente file ai punti distribuzione, se puoi permetterti il loro servizio. Basta che abbia 100/150 euro per 3mila litri di acqua che verseranno direttamente nel serbatoio di casa tua.
Almeno era questa la tariffa sino a ieri sera, quando si sperava ( ma qualcuno ‘temeva’) nella vicina, promessa, erogazione.
Oggi, che minimo 4 giorni mancano al ripristino della regolare erogazione, quei 100/150 euro, forse, non basteranno più.
Non tutte le ‘piaghe’ vengono per nuocere.
Patrizia Vita
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