In via Guicciardini, traversa della più centrale e trafficata via Palermo di Messina, sembra che la pulizia delle strade non venga fatta da mesi: la situazione risulta a dir poco imbarazzante. Camminando, infatti, per tutta la via che procede dal civico 1 e 2 e dal numero 35 al 60, la vegetazione, cosiddetta infestante, è cresciuta fino a invadere il marciapiede; i rifiuti – tra pacchetti di sigarette consumati e bottiglie di plastica – gettati all’interno delle fioriere distrutte, si adattano bene al contesto; lo slalom per i pedoni è inevitabile. Insomma la prima impressione che si ha, percorrendo una delle strade centrali di Messina, è che la sporcizia e l’incuria regni sovrana.
La pulizia delle strade a Messina
Una delle cose più normali per una città dovrebbe essere la pulizia delle strade. I cittadini, ma anche chi dovrebbe occuparsene sembra disinteressato a prendersi cura degli spazi pubblici di Messina. Tra la vegetazione che cresce a vista d’occhio all’interno dell’ex Fiera (ormai demolita), gli “eco-vandali” che abbandonano i rifiuti in autostrada, i tombini colmi di rifiuti che diventano un ulteriore problema in caso di pioggia, e gli operatori che lasciano scie di spazzatura per strada, ci chiediamo quando effettivamente decideremo di fare un po’ di autocritica e smetterla di insozzare questa lunga costa e renderci conto che stiamo solo accelerando il degrado.
La situazione in via Gucciardini
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Note a margine
C’è un libro, edito da Tlon, che si chiama “La Deriva. Istruzioni per perdersi“: l’autore, il prof. Paolo Maria Clemente, invita a perdersi nelle città, senza seguire una precisa destinazione, ma cercando dei segni che ci possano mettere in ascolto con la Zona, che rappresenta il nostro luogo di azione; lo spazio che abitiamo quotidianamente. Secondo Clemente, lasciandoci andare, la città ci manderà in qualche modo dei segnali, perché siamo tutti connessi, almeno questa è la teoria sviluppata dal movimento filosofico-sociologico del situazionismo. Ecco, quel “Prova a capirmi – Ignorarsi non è dimenticare” sembra proprio che esca dalla bocca della città.
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