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Messina. Negozi d’abbigliamento soffocati dalle grandi catene: la denuncia di Confesercenti

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Nonostante la riapertura, le vendite nei negozi di Messina stentano a decollare e sono soprattutto i piccoli imprenditori a risentirne. A denunciarlo è Alberto Palella, presidente di Confesercenti che, senza giri di parole, punta il dito contro la «concorrenza sleale delle grandi catene» nei confronti dei commercianti di prossimità, che appaiono oggi «cornuti e mazziati».

Le saracinesche sono alzate ormai da lunedì, ma nonostante l’entusiasmo dei tanti imprenditori della città dello Stretto, la “fase 2” per loro fatica a ingranare. I negozi, in particolar modo quelli del settore dell’abbigliamento, registrano un considerevole calo delle vendite che il presidente di Confesercenti attribuisce a più fattori: l’emergenza stessa, lo stop al turismo, la chiusura delle scuole e l’ancora modesta ripresa delle attività negli uffici. Ma a complicare la situazione interviene anche un altro elemento.

I piccoli negozi di Messina e le grandi catene

negozio di abbigliamento aperto durante la fase 2 del coronavirus«A questo quadro – dichiara il presidente di Confesercenti Messina Alberto Palella – va aggiunta la concorrenza sleale delle grandi catene dello shopping che hanno già iniziato ad “aggredire” i consumatori con pratiche di marketing a dir poco scorrette. Migliaia gli sms e le mail inviati ai clienti in questi giorni per avvisare di saldi fino al 50%, mentre in tutta Italia si è deciso per un avvio dei saldi posticipato ad agosto, ed in Sicilia si va verso la stessa direzione».

«I piccoli imprenditori – aggiunge Palella – sono dunque cornuti e mazziati, poiché non solo sono costretti a sostenere spese per la sanificazione e l’adeguamento dei locali, continuando nel contempo a pagare tasse e affitti, ma d’altro canto non ricevono nessuna tutela di fronte ai colossi dell’abbigliamento. E così mentre nei centri commerciali le file si allungano, non si sa con quali rischi per la salute, i negozi di vicinato si spengono, pur offrendo maggiori garanzie sul fronte del contenimento del contagio».

Il turismo e i negozi chiusi la domenica

Se lo scenario appare preoccupante per la città, la situazione non sembra migliorare quando si guarda alla provincia di Messina, in particolare a quella maggiormente legata al turismo: «Si parla tanto di incentivare il turismo di prossimità – sottolinea il presidente di Confesercenti Alberto Palella – ma i negozi di abbigliamento in località come Taormina, Capo D’Orlando, le Isole Eolie, solo per citare alcuni dei centri a vocazione turistica del messinese, sono obbligati a restare chiusi la domenica, perdendo la possibilità di acquisire i clienti della “gita del fine settimana”. Quei pochi su cui potrebbero contare. L’ordinanza regionale che vieta le aperture domenicali non tiene conto delle cittadine con queste peculiarità e chiediamo che venga rivista, se davvero si vuole promuovere il turismo locale e sostenere le imprese».

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