Messina, manifesti transfobici all’esterno di Villa Dante: la denuncia dell’Arcigay

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«Questa mattina Messina – scrive Rosario Duca, presidente dell’Arcigay Messina – si sveglia con manifesti che oltre a lanciare un messaggio falso incitano all’odio transfobico»: sui muri esterni di Villa Dante sono stati attaccati alcuni manifesti transfobici, che riportano la scritta “Basta confondere l’identità sessuale dei bambini”.

Si tratta dei manifesti contro i transgender del gruppo Pro Vita & Famiglia. L’associazione, presieduta da Toni Brandi, ha lanciato la campagna nel 2022: «A settembre – si legge sul sito –, circa 8 milioni di bambini e adolescenti hanno fatto ritorno sui banchi di scuola. Un ritorno che, anche quest’anno, è segnato da una vera e propria guerra in corso da tempo, quella contro la propaganda gender e la carriera alias che attentano all’educazione dei nostri figli.

Per questo Pro Vita & Famiglia Onlus ha deciso di avviare una grande campagna nazionale per chiedere al prossimo Ministro dell’Istruzione di bloccare la “carriera alias” e qualsiasi attività gender nelle scuole. La campagna – dice ancora il sito di Pro Vita & Famiglia – propone dunque una petizione popolare per chiedere proprio la nomina di una persona che, in quanto Ministro dell’Istruzione, sia apertamente contrario alle teorie gender e a favore della libertà educativa».

Manifesti transfobici a Messina

Come è accaduto in altre città italiane, anche a Messina sono stati attaccati i manifesti transfobici, segnalati questa mattina da alcuni componenti del direttivo dell’Arcigay. «Non staremo a spiegare in questa occasione le ragioni della falsità di quanto affermano i manifesti – dice ancora Rosario Duca –, in quanto daremmo loro troppo importanza e non vogliamo farlo. Messina che è nella rete READY contro tutte le discriminazioni non può permettere questi attacchi transfobici né altre discriminazioni».

L’assessore alle Pari Oppurtunità Liana Cannata, che abbiamo raggiunto al telefono ci ha detto che è: «Rimasta indignata dal manifesto. La trovo una cosa squallida che dovrebbe essere illegittima». Adesso, dopo le verifiche al Dipartimento di competenza, si potrebbe procedere alla rimozione, così come richiesto dall’Arcigay.

 

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