AMAM attacca e Fire risponde. Arriva la risposta dell’azienda messinese che si occupa di recupero crediti: «Il rapporto con AMAM è stato interrotto dopo 197 fatture non pagate».
Lo scorso giovedì 8 marzo il Presidente di AMAM, Leonardo Termini, durante una conferenza stampa fiume aveva segnalato una serie di anomalie, da lui rilevate e denunciate, riguardanti la gestione dell’Azienda negli ultimi 20 anni.
Tra le presunte irregolarità, denunciate agli organi competenti, Termini ha messo in evidenza diversi fattori, dalle difficoltà legate alla gestione anagrafica ai problemi relativi al recupero crediti.
Su quest’ultimo punto è stata chiamata in causa la ditta FIRE che, per diversi anni, si è occupata di parte del portafoglio crediti dell’Azienda Meridionale Acque Messina.
La risposta di FIRE
Ieri, martedì 12 marzo, è arrivata puntuale la risposta di FIRE. Nel presentare la propria versione dei fatti, l’Azienda ha ripercorso la storia dei propri rapporti con AMAM.
Nel 2004, infatti, la società si è aggiudicata, a seguito di una gara d’appalto, il servizio di recupero di crediti non incassati dall’AMAM, risalenti nel tempo e di difficile recuperabilità: «Si trattava inizialmente – ha chiarito FIRE – dei crediti relativi al periodo 1999-2002, con affido successivo anche di quelli già affidati in gestione ad altro istituto di recupero e non ancora incassati, relativi alle annualità 1996-1998».
Nel 2009, a seguito di procedura negoziata, AMAM ha rinnovato la fiducia verso Fire «confermandola come società fornitrice del servizio di recupero, ritenendo evidentemente che, sotto il profilo economico, il prezzo del servizio era più competitivo».
«FIRE – spiega l’azienda di recupero crediti – non ha mai avuto la gestione dell’intero portafoglio crediti di AMAM ma si è solo occupata del recupero dei crediti di difficile solvibilità». Si tratterebbe, da quanto dichiarato, di crediti per lo più prossimi alla prescrizione e in diversi casi anche prescritti, costituenti, complessivamente, solo una porzione dei crediti risultanti dal bilancio AMAM. «Di contro – ha specificato FIRE – i crediti più cospicui venivano gestiti internamente o affidati ai legali convenzionati con l’AMAM».
Nella gestione dei crediti affidati, ha aggiunto la società: «Abbiamo posto particolare attenzione alla decorrenza dei termini prescrizionali, avendo cura di inviare 133.000 idonei atti interruttivi sotto forma di raccomandata o di preavviso di distacco, evitando così che la prescrizione potesse maturare. Ci siamo, inoltre, fatti carico di accertare, in ben 36.000 casi, il corretto indirizzo o l’effettiva titolarità dell’utenza. In tale quadro, FIRE ha incassato 67 milioni di euro, pari al 70% del volume delle morosità in gestione, conseguendo risultati di ben quattro volte superiori alla media nazionale, per gestioni similari nel settore idrico».
Di contro: «AMAM ha sempre onorato con ritardo i compensi dovuti a FIRE, tanto che, al momento dell’interruzione del rapporto di servizio, si erano accumulate ben 197 fatture non pagate, per un ammontare di oltre 1 milione e 200 mila euro – ha dichiarato l’Azienda. Non sono mancati gli sforzi volti a trovare una soluzione bonaria ma, anche a seguito di un piano di rientro non onorato da AMAM, FIRE si è vista costretta a rivolgersi all’Autorità giudiziaria».
Da qui sarebbero giunte le contestazioni.
«La nostra azienda – ha concluso FIRE – nei suoi 25 anni di attività non ha mai perso uno dei propri clienti, non ha mai avuto un contenzioso con clienti e, quindi, non è mai stata mai costretta a ricorrere a procedimenti monitori per ottenere il pagamento delle fatture emesse a fronte dei servizi resi. Da ultimo, si precisa che il fatturato AMAM ha rappresentato l’1,80% del fatturato complessivo di FIRE. Tanto chiarito, FIRE manifesta ogni più ampia disponibilità a fornire informazioni e chiarimenti utili sia al Comune di Messina, in qualità di azionista dell’AMAM, sia a chiunque altro, non esclusa la Autorità giudiziaria, abbia interesse a verificare la regolarità della gestione del servizio, nel rapporto con AMAM».
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