È ufficialmente iniziato il mandato del nuovo Prefetto di Messina, Cosima Di Stani. Scelta dal Viminale per sostituire Maria Carmela Librizzi, Di Stani porta con sé le competenze delle esperienze da Prefetto maturate a Verona, Taranto (la sua città natale), Matera e Reggio Calabria.
«È per me un grandissimo onore assumere oggi l’incarico di Prefetto di Messina, bellissima “città che taglia nell’azzurro il più bel porto del mondo” (cita Pascoli, n.d.r.) e provincia tra le più popolose e industriose, non solo del meridione d’Italia» esordisce così il Prefetto Di Stani nel suo saluto alle autorità.
Il nuovo rappresentante del Ministero dell’Interno sul territorio peloritano ha dichiarato che dedicherà particolare attenzione al rapporto tra i cittadini e le istituzioni. «Spenderò – scrive Di Stani – ogni energia con impegno, lealtà, trasparenza, disponibilità al dialogo con l’obiettivo di sostenere la rete virtuosa delle relazioni tra Istituzioni e società civile e per affermare la legalità quale strumento di crescita e di sviluppo, tanto più ora che tutto il Paese è impegnato ad affrontare una emergenza terribile ed inaspettata che richiede in tutti noi coesione, comprensione e coordinamento per affrontare in modo incisivo i bisogni emergenti non solo di natura sanitaria ma anche economici e sociali».
Cosima Di Stani, infine, ha aggiunto che inizierà a lavorare immediatamente nell’interesse della collettività, affermando la presenza dello Stato in città. «Fin dal primo giorno di lavoro – conclude – intendo manifestare alle Istituzioni e ai cittadini il mio massimo impegno teso ad instaurare un dialogo costante finalizzato, nell’interesse generale, a potenziare gli interventi di ciascuno, nel quadro del principio di leale collaborazione tra Governo centrale ed Organi di governo locali, assicurando ascolto alle istanze del territorio, ma altresì rigore nel contrasto ad ogni forma di illegalità e di criminalità. Con questo spirito di grande attenzione alle esigenze della popolazione della provincia messinese mi adopererò a tutela della pari dignità sociale e dello sviluppo del territorio».
(199)