Il Cub (Confederazione Unitaria di Base) di Messina chiede al Ministro dell’Interno di impugnare l’ultima ordinanza del sindaco Cateno De Luca perché ritenuta in contrasto con il Dpcm Conte del 3 novembre. Secondo l’Osservatorio Urbano, infatti, le misure disposte dal Primo Cittadino travalicherebbero quelle che sono le sue competenze da un punto di vista istituzionale.
Non è la prima che il Cub interviene su un’ordinanza del Primo Cittadino: «A marzo ed aprile – ricorda – abbiamo più volte evidenziato come il Sindaco di Messina superasse i confini entro cui gli enti locali potevano muoversi con le loro disposizioni, tant’è che varie ordinanze sono state ritirate e/o impugnate».
«Tale modalità d’agire del Primo Cittadino – aggiungono dal Cub – si è nuovamente palesata con l’ordinanza sindacale n.339 del 20 novembre, con la quale viene anticipato l’orario di chiusura di tutti i negozi (tranne tabacchini, farmacie, parafarmacie), compresi gli uffici professionali, alle ore 19.00; vietato ai cittadini per tutta la giornata la permanenza e lo stazionamento in tutte le strade e piazze della città, vietando persino la consumazione h24 di alimenti in qualsiasi spazio pubblico; chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado per una settimana. Il tutto senza citare alcun dato epidemiologico riguardante la città che giustifichi tali provvedimenti».
Quindi, a essere sotto accusa è la più recente ordinanza di contrasto alla diffusione del covid a Messina, in vigore da sabato 21 novembre. In particolare perché, specifica il Cub sulla base dell’art. 1 del decreto-legge 7 ottobre 2020, n.125, la possibilità di introdurre misure più restrittive rispetto a quelle stabilite dai Dpcm spetta alle Regioni, non ai Sindaci.
Inoltre, aggiunge l’Osservatorio urbano, quanto disposto dalla recente ordinanza sarebbe in contrasto con quanto esplicitato dalla circolare del Ministero degli Interni del 20 ottobre 2020, in cui si legge che: «“Chiusura di strade o piazze nei centri urbani (art.1, comma 1, lett.a). Si richiama in primo luogo l’attenzione sulla previsione di cui all’articolo in epigrafe, che introduce la facoltà di disporre la chiusura al pubblico, dopo le ore 21.00, delle strade o delle piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento”».
Per queste ragioni, il Cub di Messina chiede al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese di impugnare l’ordinanza De Luca «per le parti palesemente illegittime ed in contrasto con le vigenti disposizioni normative nazionali e regionali».
Durante la diretta di venerdì 20 novembre, sottolineano dall’Osservatorio, «il sindaco De Luca ha avanzato gravi dubbi e riserve sull’operato dell’ASP locale, alla quale viene addebitata tra l’altro la “sostanziale inosservanza da parte dell’ASP di Messina delle indicazioni operative di cui alla Circolare del 24 settembre 2020 dell’Assessorato Regionale alla Salute”, motivo che avrebbe spinto il Sindaco a chiudere le scuole in maniera precauzionale per altri 5 giorni».
Il Cub chiede allora al Ministero dell’Interno, al Presidente della Regione Siciliana e all’Assessorato regionale alla Salute di accertare la veridicità della affermazioni del sindaco Cateno De Luca in merito alle responsabilità dell’ASP locale.
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Scusate ma voi chi rappresentate. Come vi permettete di prendere questa iniziativa.