L’approvazione della manovra finanziaria all’ARS porterà nuove risorse per il servizio di trasporto pubblico di Catania, ma non per l’ATM di Messina. Questa la denuncia di Uiltrasporti Messina, che definisce la città dello Stretto “Cenerentola della Sicilia”.
Il documento finanziario approvato nei giorni scorsi dall’Assemblea Regionale Siciliana comprenderebbe, in sostanza, circa 1,4 milioni di euro assegnati all’AMT (Azienda metropolitana trasporti) di Catania per l’anno 2018, ma niente per l’Azienda addetta al trasporto pubblico di Messina. «Questo – ha commentato il sindacato – nonostante ATM Messina abbia un contenzioso legale con la Regione per 13 milioni di euro per minori contributi chilometrici versati all’azienda al dicembre 2013».
«In una finanziaria dissennata senza nessuna logica di sviluppo e con pesanti tagli lineari previsti al trasporto su gomma dell’Isola – ha dichiarato il segretario di Uiltrasporti Messina-Enna-Caltanissetta – il Governo, con l’articolo 82 della legge di stabilità, sana di fatto i contenziosi sui rimborsi chilometrici dell’AMT, azienda trasporti del comune di Catania e si impegna a regolarizzarne anche i contributi futuri innalzando la quota annua degli stessi».
Un provvedimento, quello previsto per Catania, richiesto dal sindacato anche per la città di Messina, ma non predisposto. Tra l’altro, ha aggiunto Barresi: «Senza alcun ragionevole motivo, ATM percepisce da anni un contributo chilometrico di 1,08 euro a chilometro, corrispondente, in media, alla metà di quanto corrisposto alle altre realtà di trasporto siciliano, tra cui Palermo e, appunto, Catania».
«È una penalizzazione che non trova spiegazione alcuna – ha commentato il segretario – ma la politica regionale, vecchia e nuova, espressione del territorio, resta da sempre impotente rispetto alla grave discriminazione posta in essere dal Governo regionale e l’ATM ha dovuto presentare un ricorso legale per cercare di sanare i crediti maturati» .
Lanciando uno sguardo alle ormai prossime elezioni amministrative, Michele Barresi ha concluso segnalando come, secondo il sindacato, l’Azienda sia diventata un “campo di scontro elettorale strumentale”: «Mentre si abbaia alla luna nessuno però pone in essere azioni concrete nei confronti della Regione, atte a recuperare quelle risorse che ci sarebbero dovute e che potrebbero dare solidità finanziaria all’Azienda garantendo il rilancio del servizio – ha concluso il segretario. Rilancio già avviato, ma da consolidare con il prossimo piano industriale 2018-2020, e per il quale servono dalla Regione risorse certe e adeguate al servizio prodotto proprio come fatto per Catania».
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