La Corte di Appello di Palermo dichiara ammissibile la class action contro AMAM per i dieci giorni di mancanza d’acqua a Messina nel 2015. A comunicarlo il Codacons e l’Unione Consumatori di Messina, che segnalano come nelle scorse ore siano arrivate numerose e-mail di cittadini interessati ad aderire: «Il grande interesse suscitato in poche ore è chiaro segno dei disagi causati dall’AMAM che sono evidentemente ancora molto vivi a distanza di cinque anni dall’interruzione idrica».
Ieri, martedì 15 dicembre, Codacons e l’Unione Consumatori di Messina (UNC) hanno inviato una nota in cui comunicavano quanto segue: «La Corte di Appello di Palermo ha dato ragione alle associazioni dei consumatori ed ha riconosciuto che la mancanza di acqua dal 24 ottobre 2015 al 03 novembre 2015 è dipesa dalla mancata attivazione da parte di AMAM del sistema di interscambio delle fonti».
«Si tratta di un importantissimo successo (è la prima class action siciliana) – ricorda l’avvocato Mario Intilisano dell’UNC Messina – e vede interessati circa 100mila cittadini messinesi che in quei giorni hanno patito e sofferto per la totale mancanza di acqua dai rubinetti».
«La Corte di Appello – ha aggiunto l’avvocato Antonio Cardile (Presidente Provinciale Codacons) – ha disatteso anche l’eccezione sollevata da AMAM che si trattava di evento eccezionale affermando che una frana non può oggi ritenersi imprevedibile. La pronunzia, proseguono i due legali, è di grande importanza perché consente a tutti i cittadini messinesi, quali utenti del servizio idrico, di potere ottenere un risarcimento per il disagio patito senza la necessità di dovere promuovere singole cause con costi di gran lunga maggiori ed il rischio di pronunce contrastanti». Le cifre richieste assommano da un minimo di 125 euro ad un massimo di 800 euro a nucleo familiare in relazione al numero ed età dei soggetti.
Immediata la risposta del presidente di AMAM Salvo Puccio (non in carica, ricordiamo, nel periodo in cui si sono verificati i fatti): «Per chiarezza – sottolinea in un post pubblicato su Facebook –, la Corte d’appello di Palermo non ha sentenziato nulla. Ha solo ammesso il ricorso alla sentenza di primo grado che aveva escluso la richiesta delle associazioni. Ciò significa che dovrà verificarsi in sede di dibattimento se le condizioni che generarono la frana di Calatabiano (nel 2015 e con un ritardo nel ricorso di ben 5 anni) erano prevedibili o meno e se la crisi idrica potesse essere gestita meglio mediante il by pass con l’acquedotto Alcantara».
Ad ogni modo, venerdì 18 dicembre alle ore 10.30 si svolgerà una conferenza su zoom (le credenziali di accesso possono essere richieste a help@consumatori.messina.it o codacons.messina@gmail.com) ove saranno illustrate le modalità di partecipazione alla class action e verrà distribuita la nuova modulistica). La conferenza sarà trasmessa anche sulla pagina Facebook delle associazioni UNC Messina e Codacons.
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