Madonna della Lettera. Una festa senza campane

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Santa Rosalia a Palermo, Sant’Agata a Catania, la Madonna della Lettera a Messina. Tre Sante Patrone, ma una è senza campane.

Così, se a Palermo e Catania le Sante vengono accolte dagli applausi e dal suono a festa delle campane del Duomo, a Messina ci sono solo gli applausi dei fedeli di Piazza Duomo, nessun rintocco, infatti, all’uscita del fercolo.

Le campane non hanno suonato, la Curia ha così deciso, la motivazione ufficialmente non si sa. “Voce di popolo” afferma che sia successo per non disturbare i fedeli che pregavano, ma, di fatto, le campane hanno taciuto. Certo ci si chiede come mai, dopo tanti anni, a qualcuno sia venuto in mente di usare questa “delicatezza” con i fedeli in preghiera.

Senza voler fare una gara tra santi, per la festa di Sant’Antonio via Santa Cecilia è già agghindata a festa, illuminata, da balcone a balcone, da luminarie che sono state montate da quasi un mese. Tutto lascia presagire che il 13 giugno le campane suoneranno a festa.

Il 3 giugno le campane, come la città, in silenzio, anche in un momento di festa. In silenzio, in sordina, la festa così sentita dai messinesi: è come se la Vara partisse senza i  fuochi d’artificio o senza l’urlo “Viva Maria” dei tiratori.

Una tradizione, quella della Madonna della Lettera, che non è solo fede e spiritualità, ma anche piccoli gesti e tradizioni, come il suono delle campane, che può commuovere gli animi  semplici, quelli legati alla memoria, quelli che rimpiangono le  “vecchie maniere”, quelli che, da ieri, hanno un’altra cosa da rimpiangere: «Ti ricordi quando usciva la Madonna e suonavano le campane a festa?»

 

Mimma Aliberti

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