Clima e turismo. In Sicilia esiste la blu economy: cos’è e perché è a rischio

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Strano ma vero ma in Sicilia esiste la blu economy. Grazie al clima soleggiato e secco, i paesaggi morfologicamente diversi, la cucina saporita e la storia che la abita, la Sicilia è un vero paradiso per i turisti. Tuttavia, i cambiamenti climatici potrebbero danneggiare il Pil dell’Isola con una perdita del 4% e una contrazione turistica del 38%. Il turismo – come abbiamo detto già – è uno dei settori più importanti per l’economia siciliana.

A dirlo non siamo noi, ma il progetto europeo SoClimpact che ha raccolto e modellato i più recenti dati scientifici sul cambiamento climatico – di 12 isole dell’Unione Europea, tra cui la Sicilia – in quattro settori della blu economy (modello di economia a livello globale dedicato alla creazione di un ecosistema sostenibile grazie alla trasformazione di sostanze precedentemente sprecate in merce redditizia):

  • turismo;
  • energie rinnovabili;
  • trasporto marittimo;
  • acquacoltura.

In Sicilia il clima condiziona anche l’economia

Uno dei dati emersi dallo studio di SoClimpact riguarda gli effetti dei cambiamenti climatici sul turismo. «I ricercatori – dice Paolo Figni, professore del Dipartimento di Scienze economiche dell’Università di Bologna, tra i partner del progetto – hanno definito modelli di proiezione dei rischi calcolati per due scenari climatici, a basse emissioni e ad alte emissioni, e su due orizzonti temporali, di medio periodo (tra il 2046 e il 2065) e di lungo periodo (tra il 2081 e il 2100).

Dall’erosione di spiagge e coste al rischio incendi, sono alcune conseguenze dei cambiamenti climatici che più peseranno sul futuro del turismo europeo per isole e arcipelaghi. Danni che per la Sicilia, possono tradursi – nel peggiore scenario di riscaldamento globale – a perdite di Pil del 4% e a una contrazione della spesa turistica del 38%».

Impatti climatici

Dalla ricerca quindi emerge che le isole sono particolarmente vulnerabili alle conseguenze del cambiamento climatico e gli attuali modelli economici non sono pronti a contrastare questo impatto.

«Il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile – scrivono i ricercatori di SoClimpact – e la continua emissione di gas a effetto serra causerà ulteriore riscaldamento e cambiamenti. Le isole sono particolarmente vulnerabili alle conseguenze del cambiamento climatico (CC), ma la risoluzione spaziale grossolana delle proiezioni disponibili rende difficile derivare affermazioni valide per le isole.

Inoltre, le informazioni scientifiche sugli impatti economici del cambiamento climatico sono scarse e gli attuali modelli economici mancano di una solida valutazione non di mercato. I responsabili politici devono disporre di informazioni accurate sulle probabili catene di impatto e sui costi e benefici delle possibili strategie per attuare misure efficienti». SoClimpact mira quindi a modellare gli effetti del cambiamento climatico ridotti e il loro impatto socioeconomico nelle isole europee per il periodo 2030-2100, nel contesto dei settori dell’economia blu dell’UE.

La blu economy siciliana

Nel dettaglio le cifre della blu economy in Sicilia:

  • Turismo: nel 2018 la Sicilia ha registrato 15,1 milioni di presenze, con un incremento del 4,9% rispetto al 2017, e quasi 5 milioni di arrivi (+ 4,8% rispetto al 2017). Il soggiorno medio è di 3 notti con un tasso di occupazione dei letti di circa il 20%, quindi molto basso. Il periodo più popolare dell’anno va da maggio a settembre.
  • Acquacoltura: si basa principalmente sulla produzione di spigole e orate, con una percentuale media dal 54 al 46%. Si producono piccole e variabili quantità di altre specie marine, quali: saraghi, dentice comune, ricciole, magri, tonno rosso del Mediterraneo. La molluschicoltura commerciale è limitata ai piccoli allevamenti di mitili delle province di Palermo, Messina e Siracusa. Il Centro pilota regionale per l’acquacoltura dell’Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana coordina la ricerca, lo sviluppo e la produzione su scala pilota nell’acquacoltura di acqua dolce. Si prevede che questo settore crescerà rapidamente nei prossimi anni.
  • Trasporto marittimo: Palermo è considerata dal Ministero dei Trasporti uno dei porti italiani strategici per il sistema delle Autostrade del Mare. I porti siciliani in cui oggi sono operati servizi di cabotaggio Ro-Ro per il combinato strada-mare sono: Palermo, Termini Imerese, Catania, Trapani. Considerando gli impianti portuali, la Sicilia supera la media nazionale. Per la sua conformazione geografica, la regione presenta infatti un numero elevato di porti, ma la tipologia e la qualità dei servizi offerti risulta inadeguata rispetto alla struttura del sistema produttivo e alla domanda di trasporto passeggeri e merci.
  • Energia: le fonti rinnovabili sono l’idroelettrico, il fotovoltaico, da biomasse. Nessuna fonte rinnovabile: centrali elettriche con turbine a vapore alimentate da policombustibile. Vengono utilizzati oli semidensi e gas naturale, creando un mix che ha portato ad un certo controllo delle emissioni nel rispetto della normativa ambientale. Nelle Isole Eolie è stato pianificato un “Piano di recupero e incremento della capacità installata e adeguamento dei sistemi ausiliari” comprendente l’installazione di 10 nuovi gruppi di produzione elettro diesel. Gli usi finali riguardano il consumo equivalente di fonti energetiche primarie.

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