«Nessuno ordina, nessuno consegna»: oggi, venerdì 26 marzo 2021, è il #NoDeliveryDay, lo sciopero dei rider di Messina. A dare il proprio sostegno ai manifestanti è Articolo Uno: «Le condizioni in cui si trovano le lavoratrici e lavoratori che, in tutta Italia, quotidianamente si occupano di consegne a domicilio rasentano sistematicamente lo sfruttamento». L’appello rivolto alla città dagli organizzatori della protesta è a non ordinare a domicilio per la giornata di oggi, mentre per stasera alle 19.00 è previsto il presidio a piazza Cairoli dei rider di Messina.
La Federazione Articolo Uno Messina dà il proprio supporto all’iniziativa: «Senza diritti e senza tutele, – scrive in una nota il segretario provinciale Domenico Siracusano – i riders non godono di ferie, malattia e, dentro una dimensione di caporalato urbano, vengono pagati a cottimo. Il rischio che corre la società è di considerarli una mera emanazione di piattaforme virtuali attraverso le quali con un’applicazione sul telefonino si ricevono a casa cibo o altre consegne».
«Le rivendicazioni – aggiunge – di Nidil Cgil, UilTuCS e Riders Union Messina che a Messina organizzano la mobilitazione di oggi riguardano il trattamento salariale e i diritti fondamentali legati al lavoro. Il lavoro senza dignità, senza regole e senza rappresentanza è troppo vicino alla schiavitù per poter essere accettato. La rinuncia alle consegne a domicilio per la giornata di oggi che sta alla base di questa protesta è un segnale di vicinanza e condivisione che auspichiamo tutta la cittadinanza sappia cogliere».
«La Federazione Provinciale di Articolo Uno – conclude Siracusano – sostiene la battaglia delle organizzazioni sindacali e dei collettivi che da anni lottano per il riconoscimento dei diritti e delle tutele di una categoria che, dentro l’emergenza sanitaria, è diventata ancor più essenziale per la vita delle persone. La situazione dei riders è emblematica perché contiene il senso profondo delle divaricazioni socio-economiche che la pandemia non ha fatto che enfatizzare e per questo deve diventare una priorità la sinistra che intende rimettere al centro il lavoro e la giustizia sociale».
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