C’è un cartellone, c’è un’area contesa e c’è una “guerra” in atto. La notizia è “esplosa ieri, ad opera del consigliere comunale Nicola Cucinotta: ç è un cartellone che troneggia all’inizio del serpentone, dal quale si accede agli imbarcaderi Caronte&Tourist di viale della Libertà, rada SanFrancesco. Quel cartellone vieta l’accesso e il transito a mezzi che non abbiano la destinazione ultima dell’imbarco o lo sbarco. Possono accedervi solo gli addetti alle operazioni commerciali e mezzi autorizzati della Capitaneria di Porto o della società concessionaria (gruppo Franza).
Così, un cartello riaccende la vecchia polemica tra armatori, giunta comunale e, ovvio, Polizia Municipale.
Il generale a capo dei Vigili urbani, Calogero Ferlisi, che di quell’area ormai sa tutto, non ha dubbi: “L’ area è comunale e pertanto c’è piena pertinenza del corpo municipale ad accedervi e, laddove fosse necessario, anche multare”.
Ferlisi cita il codice stradale ( articoli 6 e 2, comma 7) secondo il quale
l’area di sbarco e imbarco per la quale il gruppo Franza paga la concessione è area comunale poiché di pubblico transito, adibita a circolazione veicolare e pedonale ma, soprattutto, inserita nel centro abitato con popolazione che supera i 10mila abitanti. A riprova – aggiunge Ferlisi – c’è una delibera comunale del 1995, nella quale sono state inserite sia la rada S. Francesco che via Campo delle Vettovaglie , che stabilisce in queste aree la competenza comunale.
A detta del comandante dei Vigili Urbani, dunque, il gruppo Franza avrebbe arbitrariamente posto il cartello di divieto in un’area che loro reputano di esclusiva pertinenza della capitaneria di Porto, poichè si sono basati sulla relazione di un dirigente generale del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, che alla richiesta avanzata da Confidarma, la confederazione degli armatori – di chi fosse la competenza della Rada S.Francesco, se di Polizia Municipale o Capitaneria – avrebbe risposto che in caso stalli di portuali è la Capitaneria ad avere il controllo dell’area.
“Errata interpretazione- sostiene Ferlisi – visto che la delibera del 95 se ne aggiudica il controllo, come anche il codice stradale stabilisce.
Infine, il generale sottolinea che l’installazione del cartello non è stata assolutamente autorizzata da Capitaneria di Porto e Autorità Portuale.
La vicenda, dunque, ha tutto per rivelarsi una patata bollente che finirà sulla scrivania di un magistrato. Prossima tappa, infatti, potrebbe essere la denuncia.
Gli armatori, cui è stata chiesta una replica a riguardo, hanno scelto di tacere.
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Finalmente ,possiamo avere un dato obiettivo. Pertanto dimostrano ancora una volta che la mamma degli arroganti è sempre incinta.