Promosso dalla Fondazione Nuovo Mezzogiorno, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Messina e l’Associazione Labdem, oggi, martedì 17 febbraio, alle 15.00, nell’Aula Magna della Corte d’Appello del Tribunale di Messina, si terrà il convegno “L’economia dei beni confiscati.
«Gli interrogativi e le conseguenti risposte che sostengono le ragioni della iniziativa – spiega Francesco Barbalace, presidente della Fondazione Nuovo Mezzogiorno – sono gli stessi che il professor Mario Centorrino, economista di straordinario prestigio scientifico, non solo della nostra Università, oltre che acutissimo osservatore politico, purtroppo scomparso prematuramente, sollecita nella presentazione del libro scritto dal professor Ferdinando Ofria e dal professor Piero David suoi allievi e che, come egli dice “vivono stabilmente in Sicilia… e che non fanno parte dell’antimafia glamour né di quella praticante politica… e che interpretano la lotta alla mafia come impegno etico al quale contribuire con le proprie competenze offrendo materiali di conoscenza rigorosamente redatti… e non è poco visti i tempi confusi che viviamo sui tempi dell’antimafia”».
Con questa iniziativa gli organizzatori pensano di poter tornare a discutere sulle criticità della legge in vigore e che riguardano il sequestro, alla confisca e alla gestione dei beni sottratti alla criminalità mafiosa.
Nella presentazione del libro si legge che «alla fine del 2012 su 1.708 società confiscate dal 1982 – primo anno della legislazione antimafia – sono in attivo solo il 4%; sul 42% pende un’ipoteca dello Stato mentre il 71% è ancora gestito dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati e sequestrati. Quanto poi al 29% di imprese fuoriuscite dalla gestione dell’Agenzia il 57% è chiuso, il 31% è liquidato ed il 9% venduto».
«E tuttavia – prosegue Barbalace –, pur a fronte di criticità come l’eccesso di tempo che intercorre (mediamente 8 anni) tra sequestro e confisca con il conseguente depauperamento delle posizioni di mercato e della interruzione sia del credito bancario sia della regolarizzazione delle pendenze assicurative ed economico-finanziarie qualche novità sembra emergere; in particolare si tratta del ruolo degli amministratori giudiziari che oggi, come previsto peraltro dalla legge, tendono ad assolvere sempre più ad una funzione manageriale orientata alla tutela dei livelli occupazionali e della continuità aziendale e sempre meno a quella di meri liquidatori di società».
Dell’insieme di queste ragioni assieme agli autori ne discuteranno Vincenzo Ciraolo, presidente dell’Ordine degli avvocati; Salvo Andò, presidente della Associazione Labdem; Gaetano Giunta presidente della Fondazione di Comunità; Fabrizio Ferrandelli vice-presidente della commissione parlamentare antimafia all’Assemblea regionale siciliana.
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