la protesta degli operatori dello spettacolo di Messina di fronte alla sede inps all'inizio della fase 2 della lotta al coronavirus

«Invisibili, senza soldi né lavoro»: la protesta degli operatori dello spettacolo di Messina

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Orchestrali, musicisti, attori, scenografi, attrezzisti, tecnici specializzati, sarte, dj, artisti di strada e organizzatori di eventi: i lavoratori dello spettacolo di Messina si sono uniti ieri in protesta di fronte alla sede dell’INPS per chiedere più tutele, a seguito del fermo imposto dalle misure di contenimento del coronavirus.

Fermi al palo da due mesi e senza tutele previdenziali, gli artisti e gli addetti all’intrattenimento e allo spettacolo della città dello Stretto hanno manifestato ieri, lunedì 4 maggio, per chiedere ascolto alle istituzioni locali e nazionali. Al loro fianco, la CISAL SACS (il Sindacato arte, cultura e spettacolo), che ha inviato una nota al Prefetto di Messina, Maria Carmela Librizzi, al sindaco Cateno De Luca e al direttore della sede provinciale dell’INPS Marcello Mastrojeni, per far sentire la voce dell’intera categoria e chiedere più diritti.

«Centinaia di lavoratori senza colpe e senza prospettive – scrive nella nota Clara Crocè della CISAL SACS – che improvvisamente sono rimasti senza occupazione a causa della sospensione in tutta Italia delle manifestazioni, degli eventi e delle produzioni per l’emergenza coronavirus. Questi lavoratori, invisibili per le istituzioni, contribuiscono in modo rilevante all’accrescimento dell’attrattività dei luoghi in cui si esibiscono, sia in termini economici che turistici. Ancora oggi, però, non hanno diritto a indennità, ammortizzatori sociali, accesso al credito o dilazione di pagamenti».

Presenti alla manifestazione, anche il responsabile della CISAL Santino Paladino. La CISAL SACS e i lavoratori hanno incontrato il direttore dell’INPS Mastrojeni, che si è impegnato a rappresentare la situazione di artisti, musicisti e maestranze.

I motivi della protesta degli operatori dello spettacolo di Messina

Cosa chiedono al Governo nazionale

Al Governo nazionale, gli operatori dello spettacolo riunitisi ieri in protesta chiedono il riconoscimento di uno status giuridico ben preciso che preveda per loro:

  • tutele previdenziali;
  • l’obbligo di contratti scritti e tempi certi dei pagamenti;
  • il riconoscimento della disoccupazione anche per chi non lavora in maniera continuativa;
  • l’immediata destinazione di una quota dei compensi incassati dalla SIAE per il sostegno economico degli artisti;
  • un salario minimo;
  • niente tasse per chi guadagna fino a 12.000 euro;
  • la creazione di un fondo di emergenza;
  • la revisione della tassazione di eventi culturali;
  • l’abolizione delle tariffe per i locali che organizzano eventi culturali e musicali.

Cosa chiedono al Sindaco di Messina

Al sindaco di Messina, Cateno De Luca, gli operatori dello spettacolo chiedono, invece:

  • l’istituzione di un albo cittadino dei lavoratori della cultura e dello spettacolo (con l’obbligo per i gestori dei locali di ingaggiare almeno per il 50% degli artisti iscritti nello stesso);
  • la regolamentazione dei compensi;
  • il vincolo per i datori di lavoro di versare una quota per la tassazione.

I gestori dei lidi

Hanno partecipato alla protesta degli operatori dello spettacolo di Messina anche Guglielmo Sidoti, in rappresentanza dei locali di intrattenimento e dei dj, e Andrea Patania, gestore di un lido.

Patania, nello specifico, ha sottolineato le difficoltà e la condizione di incertezza in cui si trova in questo momento il suo settore, alle porte della stagione estiva ma senza indicazioni da parte del Governo nazionale su come dovrà agire da qui in avanti (attualmente ci sarebbe, spiega, solo l’ordinanza del presidente della Regione Siciliana). Uno dei problemi principali, per lui e per i suoi colleghi, è quello di organizzarsi, anche economicamente, per riaprire (eventualmente) il proprio lido. Ma, al momento, non ci sono certezze né sui tempi né sulle modalità della riapertura.  Aprire un lido e attrezzarlo, specifica, costa tra i 35mila e i 100mila euro.

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