Si fa sempre più imponente il No all’inceneritore di San Filippo del Mela, la cui realizzazione sembra essere ormai nei piani del governo. A opporsi fortemente alla costruzione dell’impianto le associazioni ambientaliste, i cittadini, che hanno fatto sentire il loro dissenso in occasione del referendum del 2016, e il neodeputato regionale Claudio Fava.
«Questo tipo di impianto è espressamente vietato dal Piano Paesaggistico dell’Ambito 9 – chiariscono il Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela (Adasc) e il Comitato “No Css Inceneritore Valle del Mela” – già approvato e pienamente vigente ormai da quasi un anno. Un’autorizzazione in barba a uno strumento di pianificazione che per legge è inderogabile rappresenterebbe un autentico paradosso all’italiana».
Peraltro, aggiungono: «La Valle del Mela non è nuova a simili paradossi: proprio nelle ultime settimane – spiegano – sono iniziati i lavori per la realizzazione di un impianto di stoccaggio di idrocarburi che ha ottenuto l’autorizzazione paesaggistica in una zona sottoposta a vincolo di inedificabilità assoluta».
Al coro di no si aggiunge quindi Claudio Fava, che commenta così la scelta di realizzare l’impianto: «Si tratta di una decisione che ignora il fatto che il Piano Rifiuti attualmente in vigore in Sicilia non preveda la realizzazione di tali impianti e che racconta la miopia dell’affrontare l’emergenza rifiuti attraverso l’antistorica pratica dell’incenerimento».
«Continuiamo a ritenere irricevibile la proposta nel merito – continua Fava – e a tutela della salute dei cittadini di San Filippo Del Mela nonché del suo territorio, chiediamo che il Presidente Musumeci faccia la propria parte, mettendo in campo tutti i poteri di propria competenza al fine di scongiurare la realizzazione dell’inceneritore e di avviare, parallelamente, i lavori per un nuovo Piano dei Rifiuti per la Sicilia».
«Un nuovo Piano dei Rifiuti – conclude il deputato – che sia improntato sul modello della raccolta differenziata secondo gli standard e le pratiche comunitarie, e che abbandoni definitivamente i sorpassati e fallimentari modelli di gestione legati alle discariche e all’incenerimento».
(178)