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Inaugurazione Anno Accademico. Navarra: “Puntare sulle nuove generazioni è la chiave di volta per la crescita del Paese”

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anno accademicoCome da programma, stamane alle 12, nell’Aula Magna dell’Ateneo, è stato inaugurato l’Anno Accademico 2014-2015”. Ha aperto l’Inaugurazione il Coro d’Ateneo, coordinato da Giulio e Umberto Arena, che ha intonato il “Gaudeamus igitur” e l’“Inno Nazionale”.

Ecco la “cronaca” diretta della cerimonia: Il padrone di casa, rettore Pietro Navarra, dopo il benvenuto a tutti i presenti, spiega che, a causa dell’emergenza maltempo al Nord, il sottosegretario al Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio, è stato chiamato a presenziare nella circostanza e, dunque, non ha potuto partecipare alla cerimonia messinese.
Navarra, dopo aver espresso il suo cordoglio nei confronti delle popolazioni alluvionate, inizia il suo discorso augurale, sottolineando l’importanza della cultura, specialmente in un momento di crisi economica, che tutti stiamo vivendo.
“Puntare sulle nuove generazioni – dichiara Navarra − non è solo la missione delle università, ma è la chiave di volta per la crescita dell’intero Paese. La formazione costituisce lo strumento principale di valorizzazione delle attitudini e delle capacità delle persone e le rende al tempo stesso libere e in grado di essere il centro dello sviluppo di una società”.
“Se l’Italia – spiega − vuole superare il momento difficile di crisi economica e sociale in cui versa, dunque, deve puntare con più convinzione di quanto non stia già facendo sulle persone attraverso un più cospicuo investimento in capitale umano”.
Il Rettore si è soffermato sull’attuale situazione lavorativa italiana e sulla rilevanza che deve avere il curriculum di un giovane e non solo le conoscenze familiari: “la diffusione del posto di lavoro “in eredità” e, più in generale, il posto di lavoro immeritato, hanno un effetto collaterale distruttivo indesiderato: i nostri giovani sono disincentivati a coltivare le proprie capacità e vocazioni, credono poco nel valore della formazione e cercano sempre meno il mestiere che più desiderano e per il quale sono meglio tagliati”.
Pietro Navarra ha illustrato le tre importanti riforme attuate per non appiattire l’istituzione universitaria. “Le tre riforme – dichiara − per favorire una gestione protesa al domani sono la riforma dell’offerta didattica, che ha reso più attuale la proposta formativa e ha permesso con ben 140 concorsi l’opportunità del passaggio di ruolo; la rimodulazione dell’assetto organizzativo dell’amministrazione, favorendo le motivazioni del personale e assicurando guadagni di efficienza nell’erogazione dei servizi; la revisione dello Statuto dell’Università, le più importanti la diminuzione del numero dei dipartimenti e un innalzamento del numero minimo di afferenze per dipartimento, che ha permesso una più efficace trasmissione dei flussi di informazione dal centro alla periferia, e l’estensione della partecipazione democratica al voto”.
Segue l’intervento del direttore generale, Francesco De Domenico, che a nome dei Dirigenti e del personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo, che pone l’attenzione su organizzazione, risparmio, modernizzazione e semplificazione all’interno dell’Ateneo.
“La dematerializzazione – spiega De Domenico − assume un ruolo centrale che consente di semplificare e velocizzare i rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini, studenti e imprese”.
“Le innovazioni – continua − che l’Ateneo ha intrapreso sono la protocollazione e gestione informatizzata, l’utilizzo della posta elettronica certificata (Pec), la firma ditale e la verbalizzazione online degli esami e l’ordinativo informatico (Mif)”.
Il Direttore Generale conclude illustrando in che modo viene incentivata la trasparenza e promossa la legalità, “ è stato progettato un sistema di misurazione delle performance, che può monitorare in tempo reale l’andamento del ciclo delle performance e il grado di raggiungimento degli obiettivi assegnati e intervenire per effettuale correttivi in itinere”.
Inoltre, prosegue De Domenico, “ per favorire la trasparenza e contrastare la corruzione, ciascun operatore potrà inserire direttamente nel portale dell’Ateneo, tramite le proprie credenziali di accesso, le informazioni relative agli ambiti di competenza, in modo da incrementarne la consapevolezza e il senso di responsabilità”.
Un’enorme importanza viene riposta nel futuro dei giovani “l’Ateneo messinese – conclude il Direttore Generale − non si accontenta di mantenere il presente, ma intende guardare con giustificato ottimismo al futuro, in una prospettiva di significativo sviluppo, forte delle proprie potenzialità, mirando ad acquisire un posto di rilievo all’interno del sistema universitario italiano”.
Il terzo ad intervenire è il rappresentante del Personale Tecnico-Amministativo, Maurizio Fallico, che si è soffermato sull’importanza dell’organizzazione all’interno dell’Università, e ha dichiarato che “ci auguriamo che il modello organizzativo varato non sia considerato un punto di arrivo, ma piuttosto un punto di partenza, migliorabile e modificabile, soprattutto in relazione alle esigenze organizzative richieste dai nuovi e più stringenti adempimenti normativi, figli di un sistema complessivo che si vuole cambiare in fretta”.
Prende la parola, Dario Agnello, rappresentante degli studenti, che ha incentrato il sul intervento sulla “rivoluzione culturale” dell’Ateneo. “Siamo – afferma − contro i tagli previsti nella Legge di Stabilità ai comparti del sapere e della ricerca, alle politiche che spingono verso la privatizzazione dell’Università e alla cancellazione del Diritto allo Studio”.
“Crediamo – conclude Agnello − nell’Università Pubblica, sebbene essa sia stata umiliata e mortificata dalle ultime riforme universitarie. Crediamo fermamente nella competizione con gli Atenei stranieri e siamo pronti a disputare questa partita per il nostro futuro”.
Ha concluso l’Inaugurazione la Prolusione di Walter Distaso, ordinario del Dipartimento di Scienze Economiche, intitolata “Crisi Finanziaria – Proventi e Rimedi”. Distaso ha spiegato le cause e gli effetti della crisi finanziaria globale in Italia, soffermandosi sull’aumento della disoccupazione come effetto insolito di una fragilità economica. Infatti, mentre negli altri Paesi europei durante una crisi finanziaria i giovani ripongono le loro speranze nella cultura, qui in Italia avviene l’opposto e ci si sente afflitti dal timone di non riuscire a crescere economicamente.
L’Ordinario di Scienze Economiche , inoltre, nel suo intervento ha spiegato le cause che hanno indotto l’Italia alla crisi e tra queste vi è lo sbalzo del tasso di interesse nei mutui bancari, che ha bloccato il settore immobiliare e via via gli altri settori economici.
L’anno accademico è al via. In bocca al lupo ragazzi.

Laura Costa

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