foto di persone che brindano in discoteca simboleggiante la movida notturna di messina

In piazza contro l’ordinanza sulla movida di Messina. Cmdb: «Danneggia chi rispetta le regole»

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foto di persone che brindano in discoteca simboleggiante la movida notturna di messinaCambiamo Messina dal Basso si oppone all’ordinanza «proibizionista» sulla movida notturna e dà vita a un’“Agorà”, un momento di confronto e di scambio di idee. Obiettivo dell’incontro a piazza Municipaio, tra le altre cose, è ribadire il proprio secco “NO” a un’eventuale proroga del provvedimento oltre il 30 giugno.

Ma il movimento non sarà da solo ai piedi del Comune di Messina. All’incontro parteciperanno anche Articolo Uno Messina, il Partito Democratico – Circolo IV Circoscrizione, Messina, il Partito della Rifondazione Comunista – Circolo Peppino Impastato, che, insieme, chiamano a raccolta i cittadini e gli dà appuntamento martedì 30 giugno alle 18.30 a piazza Unione Europea (nel rispetto delle norme di distanziamento anti-coronavirus).

«L’essenza delle recenti ordinanze proibizioniste dell’amministrazione De Luca – scrivono gli organizzatori dell’incontro – si racchiude nell’idea che a pagare devono essere sempre i cittadini e le cittadine che rispettano le regole. Devono pagare le colpe di un’amministrazione che sembra essere in grado di fare la voce grossa solo con i più deboli, ma che poi, anziché intervenire su quei pochi, singoli episodi di irresponsabilità, reagisce chiudendo la città e impedendo la socialità, peraltro in una chiave del tutto diversa da quella del contenimento del Covid-19».

«A questa incapacità di governare i processi e di amministrare una città – proseguono –, risultata palese negli effetti di queste ordinanze che abbiamo combattuto sin da subito, vogliamo rispondere con un’agorà di condivisione. Una condivisione non solo di spunti e proposte per contrastare queste politiche inutili (se non controproducenti) per la limitazione della diffusione del Covid-19, ma anche e soprattutto di una visione diversa di città e delle politiche culturali, sociali ed aggregative da cui oggi dovremmo ripartire».

Infine, l’invito alla città: «Confrontiamoci insieme di persona, e intanto facciamo sentire la nostra voce fin da ora per evitare che l’ordinanza in scadenza il 30 giugno venga rinnovata».

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