In crisi il servizio mensa dei ferrovieri. A rischio 700 posti di lavoro. Garofalo lancia l’allarme

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mensaaziendaleL’Onorevole Vincenzo Garofalo lancia l’allarme per il servizio mensa dei ferrovieri, che rischia di scomparire, soprattutto in Sicilia e Calabria. A pagarne le conseguenze sarebbero ancora una volta i lavoratori addetti alle mense, in questo caso, il cui numero si aggira intorno alle 700 unità in tutta Italia, di cui 50 al Sud. Ieri Garofalo ha evidenziato il problema nel corso di un incontro con l’amministratore delegato di Fs, Braccialarghe. Le cause sarebbero addebitabili non solo alla riduzione del numero dei ferrovieri su tutto il territorio nazionale ma, soprattutto, al nuovo Ccnl che dà la possibilità ai ferrovieri di usufruire delle mense o, in alternativa, di ottenere i “ticket restaurant” i cosiddetti “buoni pasto” del valore di 7 euro e 30 centesimi al giorno. Il risultato è che la maggior parte dei ferrovieri, in modo particolare nel Sud Italia, preferisce utilizzare il buono piuttosto che usufruire della mensa aziendale. Si riduce così il numero dei pasti erogati, restano invariati i costi fissi di gestione e  fanno fatica ad andare avanti nell’erogazione del servizio le società che hanno ottenuto in subappalto la gestione delle mense dalla Gemeaz Elior, titolare del contratto di ristorazione su tutto il territorio nazionale. Tra  queste la “Nettuno Multiservizi” di Messina che gestisce le mense dei ferrovieri in Sicilia e Calabria. «Per fare un esempio — dichiara il responsabile della società messinese, Alessandro De Stefano — a Palermo per erogare 40 pasti al giorno, paghiamo un affitto di 7 mila euro escluso Iva al mese! La Nettuno paga per la gestione di 12 mense circa 465 mila euro l’anno, pari al 40 per cento dei pasti fatturati. Se le cose non cambiano non andremo molto lontano».«Il dott. Braccialarghe spiega Garofalo —  ha compreso le ragioni di preoccupazione manifestate e riconosciuto che i parametri previsti ai tempi dell’aggiudicazione dell’appalto per la gestione delle mense sono nettamente mutati. Per questo ha dato la propria disponibilità ad incontrare  i rappresentanti della Gemeaz Elior per vedere di trovare assieme soluzioni ragionevoli e di interesse per entrambi. Non possiamo permettere —  conclude Garofalo —  che si inneschi una guerra tra lavoratori e che a farne le spese siano gli addetti al servizio mensa che in tutta Italia sono circa 700 senza contare i circa 200  impiegati nei locali esterni che effettuano un servizio sostitutivo mensa ai ferrovieri in assenza di mense nelle stazione». 

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