Smart Cities. Messina sul podio per il verde urbano secondo il rapporto annuale ICityRate2017 del Forum PA (FPA).
La città dello Stretto si è posizionata 2°, subito dopo Venezia e prima di Matera. Non altrettanto positivo l’esito per quel che riguarda le altre dimensioni, tra cui suolo e occupazione del territorio, per la quale si aggiudica il 104° posto sui 106 capoluoghi analizzati .
Attraverso l’analisi di 15 dimensioni, tra cui la partecipazione democratica, la legalità e la crescita economica, l’ICityRate, misura il percorso che le metropoli in esame stanno compiendo per avvicinarsi al concetto di Smart City, ovvero a una città più vicina ai bisogni dei suoi abitanti, più inclusiva, più vivibile e al passo con l’innovazione.
Il 2017, anno della sesta edizione del report, segnala un cambiamento metodologico che avvicina l’idea di città intelligente a quello di città sostenibile. L’analisi tiene conto, infatti, degli obiettivi introdotti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, un piano d’azione finalizzato al miglioramento delle condizioni di vita delle persone e dell’ambiente.
In linea di massima, i risultati hanno evidenziato una situazione disomogenea tra Nord e Sud Italia, con il settentrione in sostanziale “vantaggio” rispetto al meridione, e tra piccoli centri e grandi città, insieme a un ritardo generalizzato su tutta la penisola rispetto agli obiettivi di sostenibilità proposti.
Verde pubblico
Secondo posto, quindi, a Messina per la dimensione del verde pubblico e, in particolare, per la rete dei siti di natura 2000. La cura del verde, stando a quanto spiegato nel rapporto dell’organizzazione, è fondamentale per almeno tre motivi: mitiga l’inquinamento atmosferico; aumenta il benessere psico-fisico e favorisce la crescita economica, perché, come spiegato nel documento: «Governare il verde in modo responsabile porta a benefici economici e a esternalità positive in termini di risparmio». Tutto questo, chiaramente, può essere fatto solo dotandosi di strumenti di pianificazione e monitoraggio adeguati.
Occupazione territorio
Ma la città dello Stretto ha collezionato una serie di valori negativi, toccando il punteggio più basso, classificandosi 104°, per quel che riguarda l’occupazione del territorio, seguita a ruota da Palermo. L’obiettivo da raggiungere è quello del “Consumo di suolo 0”, vale a dire, diminuire il consumo, annualmente, di 1,6mq per abitante fino al 2020. Questo ridurrebbe la vulnerabilità del suolo e, di conseguenza, la quantità di danni e di vittime causate dall’aumento di frequenza del verificarsi di eventi estremi. Insieme a Messina, la maglia nera, quest’anno, è toccata a Napoli, Palermo, Benevento e Salerno, mentre la città più virtuosa sembrerebbe essere Ragusa.
Crescita digitale
Più positivo l’esito per quel che riguarda la crescita digitale, per la quale la città si colloca al 59° posto, posizionamento non certo eccellente, e sicuramente più basso rispetto a Palermo (17°) e Catania (43°), ma comunque nella media. Male invece, per citare solo alcune delle dimensioni in esame, quelle riguardanti la crescita economica, le condizioni di acqua e aria, l’efficienza energetica, il livello di istruzione e l’occupazione.
Nel complesso, se su tutta la penisola sono stati rilevati segnali di miglioramento per la maggior parte degli indicatori, la strada da fare per arrivare alla piena sostenibilità sembra ancora lunga e piena di ostacoli.
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