Arriva puntuale come ogni anno, il Messaggio di Natale dell’Arcivescovo di Messina, Monsignor Giovanni Accolla. Un augurio di luce, dopo un anno buio a causa dell’emergenza sanitaria. Un messaggio dedicato a tutte le famiglie messinesi, per ritrovare il senso del valore della vita e avere fiducia nell’altro.
«Ai giovani, agli operatori sanitari, agli anziani, ai volontari di ogni estrazione religiosa o sociale, a coloro che sperano e si adoperano per rendere la vita di tutti più sicura e serena, in questo tempo così travagliato nel quale siamo toccati dalla pandemia». Una pandemia, che tuttavia, non toglie «la gioia della preghiera anche se non sarà possibile andare in Chiesa nella notte di Natale».
Gli auguri di Natale dell’Arcivescovo di Messina
Di seguito alcuni passi tratti dal Messaggio di Natale dell’Arcivescovo di Messina, Monsignor Giovanni Accolla.
«Carissimi fedeli, amici tutti della diocesi di Messina – Lipari – Santa Lucia del Mela, desidero rivolgere, con senso di gratitudine, un pensiero augurale ad ognuno di voi, alle vostre famiglie, ai vostri cari, ai vostri amici, ai giovani, agli studenti, agli operatori sanitari, ai carcerati, alle persone con fragilità, ammalati e anziani soli, agli operatori della comunicazione sociale, ai volontari di ogni estrazione religiosa o sociale, alle persone impegnate nella Pubblica Amministrazione, ai ricercatori dell’ambito sanitario, a coloro che sperano e si adoperano per rendere la vita di tutti più sicura e più serena in questo tempo così travagliato nel quale siamo toccati dalla pandemia.
Auguro che il Santo Natale, in questo tempo di pandemia, ci rimetta in gioco sul senso e sul valore della vita e della dignità di ogni persona, senza alcuna distinzione di età, di classe sociale, di religione, di razza. Ogni iniziativa e ogni azione dell’uomo apra il cuore di ciascuno ad una fraternità universale.
Carissimi , a motivo della pandemia in corso, quest’anno non sarà possibile riunirci in Chiesa nella notte di Natale. La pandemia però non riesce a bloccare la gioia della preghiera, anzi ci offre l’opportunità di essere in comunione di preghiera ognuno nelle nostre famiglie. Per questo ho pensato di suggerire ai tanti fratelli e a tutti gli uomini di buona volontà di fermarsi a mezzanotte, per qualche minuto, davanti al presepe allestito nella propria casa.
Nello stesso tempo ho invitato tutti i parroci a far suonare le campane per richiamare che se anche ognuno di noi si trova a casa, piccola chiesa domestica, tutti però siamo un’unica Chiesa diffusa».
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