Si è svolta il 21 marzo la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, promossa dall’Associazione Libera Contro le mafie insieme ad Avviso Pubblico, in collaborazione con Rai Per il Sociale e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Come ogni anno, si ricordano i nomi di chi dalla mafia è stato ucciso, per non dimenticare.
I nomi delle vittime, infatti, sono stati proiettati sul campanile di Piazza San Marco a Venezia e della Mole Antonelliana a Torino. Ma anche a Milano e a Palermo al Teatro Massimo. Anche a Messina, il presidio locale di Libera si è riunito a Piazza Unione Europea (piazza Municipio).
«Ancora più insopportabile – ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – è il dolore dei familiari di chi, vittima innocente di mano mafiosa, viene dimenticato dalla collettività. Nella “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, il mio pensiero va, in particolare, alle donne e agli uomini della nostra Isola che hanno pagato con la vita il prezzo della legalità, della giustizia, dell’attaccamento al dovere, del servizio agli altri».
La 26esima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie a Messina
Tutto il Paese si è incontrato nelle piazze, con le relativie misure precauzionali anti contagio, per ricordare e commemorare le vittime di mafia. Come ogni 21 marzo, Libera scende in piazza a scandire il lunghissimo elenco di nomi e cognomi, uccisi dalla criminalità organizzata.
«Nel lunghissimo elenco dei nomi e cognomi scanditi durante la commemorazione – continua Musumeci – tanti, troppi, sono di cittadini siciliani. Il nostro impegno, nel continuare una battaglia che mai deve vedere abbassare la guardia, è immutato, in loro onore e per tutti i cittadini onesti di questa Isola».
A ricordare e rivedere le stelle
Questo lo slogan scelto da Libera per l’edizione del 2021, che richiama l’ultimo verso dell’Inferno di Dante. «L’inferno – ha detto il presidente di Libera Contro le Mafie, Don Luigi Ciotti – è la pandemia, un anno di isolamento e di distanziamento, di sofferenze e di disagio economico e sociale. Abbiamo il dovere di trasmettere la memoria alle nuove generazioni, a questa meraviglia che sono i nostri ragazzi».
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