Si chiama Angelo Sajeva e non è nuovo all’incarico che gli è stato affidato. Occupatosi in passato dei problemi finanziari del comuni di Milazzo e Brolo, sarà lui l’ispettore incaricato dal dirigente generale dell’assessorato regionale delle Autonomie locali, Giuseppe Morale, a fare chiarezza sulla vicenda del “gettonificio” di Palazzo Zanca. L’ispettore dovrà capire qual è la portata dell’evento di cui si è parlato nei giorni scorsi e se di vero “gettonificio” si può parlate in riva allo Stretto.
È stato Morale a firmare il decreto di nomina dell’ispettore. A Messina, così come avvenuto a Siracusa e Agrigento, Sajeva dovrà ispezionare le carte del Comune per accertare e verificare l’andamento dell’attività consiliare e avrà 60 giorni di tempo per consegnare una relazione dettagliata su ciò che avrà trovato. In modo particolare, si accenderanno i riflettori sul numero di presenze in Aula dei singoli consiglieri, che ha visto un aumento da quando è stato dimezzato il gettone di presenza, che da 100 euro è passato a 56.
Oltre la via amministrativa, c’è già anche la magistratura a occuparsi dei gettoni di presenza a palazzo Zanca. La Procura, infatti, ha aperto un’inchiesta sul lavoro delle commissioni comunali. Ad avvio indagini, la Digos ha acquisito atti nell’ufficio del segretario generale, Antonino Le Donne. A sollevare la questione era stata il consigliere comunale Lucy Fenech, che in una lettera inviata al presidente del consiglio, Emilia Barrile, presentava proposta di delibera per eliminare la doppia convocazione delle commissioni consiliari. In pratica bastava che un consigliere firmasse e poteva abbandonare l’aula: intascava comunque il gettone di presenza. Così come li intascava se la seduta andava deserta.
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