Comincia con Enzo Garofalo, candidato sindaco del centrodestra, la carrellata di interviste che Antonio Caffo farà ad ogni candidato alla carica di primo cittadino. Un “caffè”, una chiacchierata in cui si vuol tirare fuori l’uomo più del politico.
Metodico, preciso, organizzato. Tre aggettivi che mi vengono in mente appena entrato nell’ufficio di Enzo Garofalo. Ogni cosa è al suo posto: dal libro alla penna, dal block notes all’agenda. Lui, il candidato scelto dal centrodestra per sedere sulla poltrona di primo cittadino di Messina, pare a proprio agio, sempre. Non si scompone neanche quando gli dico che l’intervista che sto per fargli non vuol tracciare il profilo del politico, ma quello dell’uomo. Ha il volto di chi già sa cosa rispondere, anche ad un colloquio poco ordinario con la stampa. Anzi, credo proprio gli piaccia descriversi. In alternativa a programmi,direttive di partito e strategie elettorali.
Vincenzo Garofalo, parlamentare nazionale del Pdl per la seconda volta consecutiva, candidato sindaco per la prima volta, è ingegnere, ha 54 anni, è sposato e ha tre figli, di 24, 20 e 17 anni. Nell’ordine: femmina, maschio, femmina.
Cominciamo proprio dal rapporto padre-figli.
Cosa augura ai suoi figli, due giovani donne e un giovane uomo?
” Auguro la fortuna di fare ciò che desiderano. Vorrei che si ponessero obiettivi semplici e giusti. Auguro anche di non essere superficiali. E poi, ovvio, serenità e una vita di comunità. Oggi vivere in questa società è difficile, ma questa società sta cominciando a ritornare ai valori principali. Dobbiamo guardare oltre, affacciarci alla finestra e non chiuderci”.
Cosa le piace meno, anche in senso generale?
“Non mi piace l’incuria, la superficialità, dunque tutto quello che li produce”.
A Messina l’incuria abbonda. C’è una zona che le piace più delle altre?
“Non c’è un solo punto, ma tanti: Forte Cavalli, i Colli, Forte San Salvatore, il balcone di casa mia che guarda il porto. Messina è una città straordinaria, e guardi che ho viaggiato molto. Mi viene in mente la vista dal traghetto quando torno a casa, il belvedere di Cristo Re, dal mio amico Famulari, la stradina che scende dal cimitero di Granatari, dove mi fermo per ammirare i tramonti. Sono un romantico”.
Romantico. Eppure non c’è romanticismo ma vita vissuta, sofferenza, nei film che hanno colpito il nostro candidato. Infatti , alla domanda: Quale il film preferito? Risponde:
“Quasi amici” mi ha colpito. Ma scegliendone uno su tutti dico “La Ricerca della felicità” con Will Smith e la regia di Gabriele Muccino. E’ un film che ha toccato alcune corde”.
Onorevole Garofalo, oltre al suo lavoro e alla politica, cosa le piace fare nelle ore libere. E cosa meno?
“Sono curioso. Visitare è la cosa che mi piace di più, e dico visitare e non viaggiare perché non è la stessa cosa. Mi piace visitare molto anche Messina, ed è vero, non perché sono in campagna elettorale. Ad esempio, in giro, con la moto, mi fermo a guardare scorci del panorama cittadino, e tutto ciò che mi attira. L’ho sempre fatto”.
Musica o artista musicale preferito?
“Ce ne sono tanti: Jovanotti, Biagio Antonacci. Ma ascolto un po’ di tutto”.
E il piatto?
“Qui non ho dubbi: pasta con pomodoro, basilico e melanzane, se non mi danno le melanzane fa lo stesso. Ma ripeto: pasta con pomodoro e basilico. E non è un caso che metta pomodoro e basilico a seguire”.
Sport e sportivo preferiti?
“Da guardare il calcio, da praticare lo sci. Ma quando posso. Tra gli sportivi. non uno in particolare, tutti quelli che dimostrano serietà e professionalità nell’attività sportiva. Penso a Pirlo, a Baresi, a Nibali oggi. Ammiro lo sportivo che rimane uomo nonostante le sconfitte o le tante vittorie, mi viene in mente Gattuso che non ha dimenticato il suo passato e i sacrifici sostenuti e ha vinto molto aiutando anche gli altri”.
Libro?
“Va dove ti porta il cuore” della Tamarro”.
Manie particolari?
“Nessuna, forse lavarmi spesso le mani. Ma non credo sia una mania”.
Lascerebbe la politica solo per?
“Lascerei la politica, ma solo per una nuova attività imprenditoriale. Per lanciare una start-up, per un’azienda nuova. Lascerei la politica solo per questo”.
Ci sono sindaci anche del passato che vorrebbe imitare e altri da dimenticare?
“Non faccio nomi, ho dei modelli ma credo che non ci siano sindaci totalmente bravi o totalmente non bravi, i sindaci bravi sono tanti se guardiamo alle difficoltà che devono affrontare quotidianamente. Io spero di essere un sindaco all’altezza”.
E il colore preferito?
“L’azzurro”.
Ma va? Voglio inquietarla: Il politico che ricorda di più nella storia?
“Abramo Lincoln, ha compiuto una svolta negli Stati Uniti, ha sconfitto l’emarginazione. Non cito i contemporanei”.
E Berlusconi?
“Non cito i contemporanei. Come tutti i politici attuali, anche Berlusconi sarà giudicato negli anni a venire. I politici si giudicano nel tempo. Una volta che hanno concluso la loro attività”.
Adesso esce, compra un gratta e vinci e trova la sorpresa da 1 milione di euro. Che fa?
“E’ una domanda a trabocchetto, sono in campagna elettorale. Sarò sincero: il 10% lo destino subito a un’iniziativa per coloro che hanno bisogno, con il resto penso alla serenità della mia famiglia. Non voglio essere ipocrita: una parte la utilizzerei per chiudere conti aperti come li hanno tutti. Ho superato la fase del capriccio, se allude a qualcos’altro” – conclude sorridendo.
@Acaffo
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