L’eliporto di Taormina realizzato in occasione del G7, e costato circa 2 milioni di euro, dovrà essere smantellato entro due mesi.
Così ha dichiarato la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Messina a causa della mancata richiesta di autorizzazione per la realizzazione della struttura.
In realtà, proprio in occasione del G7, gli eliporti costruiti in fretta e furia erano stati due: uno su terreno pubblico (quello in questione), e l’altro su terreno privato che è già stato smantellato.
Il contenzioso è scattato sull’eliporto costruito su suolo pubblico e, nonostante la decisione della Sovrintendenza di Messina, il Comune di Taormina non è assolutamente d’accordo con l’abbattimento della struttura e si sta muovendo per ottenere le autorizzazioni necessarie chiedendo un ulteriore parere della Regione.
A questo quadro surreali si aggiunge la notizia, di qualche settimana fa, che ufficializza un nuovo vertice internazionale sulle Pari Opportunità proprio a Taormina. Questo nuovo incontro, che si terrà il 15-16 novembre, vedrà la presenza dei Ministri per le Pari Opportunità di Stati Uniti, Italia, Giappone, Francia, Regno Unito, Canada e Germania e il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Sorge dunque qualche dubbio sulla decisione di demolire l’eliporto di Taormina costruito per l’ultimo G7: se effettivamente tra un mese dovesse esserci il G7 sulle Pari Opportunità a Taormina è utile smantellare un eliporto per poi, con ogni probabilità, costruirne di nuovi? O il termine ultimo per la demolizione, fissato dalla Sovrintendenza in due mesi, tiene conto anche di questo evento?
La foto in apertura è di Agenparl
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