Venerdì scorso la Lelat, la comunità terapeutica che dal 1990 è in prima linea a Messina nella lotta alla tossicodipendenza, ha subito un furto. Nella nottata, inoltre è stato danneggiato l’ufficio del presidente del centro, Anna Maria Garufi.
La polizia sta ancora indagando, cercando di ricostruire l’accaduto anche con l’ausilio delle telecamere di sorveglianza del carcere di Gazzi, situato nelle vicinanze della struttura. Il furto è avvenuto intorno alle 23 di venerdì sera, e non è stato il primo episodio di questo tipo a colpire il centro. Nel corso dei decenni, anzi, si sono succeduti diversi furti, atti vandalici e intimidatori.
Questa volta sembra che siano stati presi alcuni attrezzi dalla falegnameria del centro e una motozappa appena acquistata. Per accedere alla struttura, è stata scardinata una porta di ferro. Il danno, oltre che economico, sembra sia stato anche “morale”. I responsabili dell’accaduto, infatti, sembra abbiano scartato i regali di Natale già pronti sotto l’albero; regali simbolici, dal valore economico minimo, che annualmente si scambiano i volontari e i residenti del centro.
Non è tardata la reazione del presidente della III Circoscrizione Natale Cucè che ha espresso la propria solidarietà e vicinanza nei confronti della presidente, Annamaria Garufi e di tutti i volontari che giornalmente operano all’interno della Lelat.
«Il gesto è molto grave – ha commentato – perché mirato a bloccare importanti attività e progetti dell’associazione che, privata di tali strumenti dovrà rallentare se non sospendere i propri laboratori».
«Lunedì – ha poi annunciato Cucè lanciando un appello ai cittadini di Messina – mi recherò personalmente sul posto al fine di rappresentare personalmente tutto il mio disappunto e la mia solidarietà, ma spero che i cittadini Messinesi possano venire incontro alla Lelat donando le attrezzature o facendo donazioni al fine di far riprendere al più presto le attività».
«Il lavoro svolto dalla Lelat – ha concluso – ha un grande significato per il Quartiere in quanto la sede si trova proprio in una zona difficile e piena di problemi, ed è già dura poter operare in condizioni normali».
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