Frana Portella Castanea. Dopo un anno ancora niente lavori: “Intervenga la Regione”

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«Non è più possibile attendere». Così i Consiglieri Comunali di Ora Messina Giandomenico La Fauci e Francesco Pagano commentano il mancato avvio dei lavori di messa in sicurezza della strada comunale che collega San Michele a Portella Castanea. Ad un anno dalla frana, infatti, niente è ancora stato fatto per far riaprire la principale arteria che collega i villaggi collinari della zona nord con il centro di Messina.

«Ci sono 30 mila cittadini che quotidianamente devono convivere con l’impossibilità di un collegamento veloce con la città per svolgere le proprie attività lavorative e raggiungere le scuole – scrivono i due consiglieri. Dai dati in possesso è stato riscontrato come, giornalmente, fossero 5 mila le persone a utilizzare la bretella di collegamento».

Numeri importanti che testimoniano il grande disagio che da troppi mesi gli abitanti della zona sono costretti a sopportare, senza che nessuno faccia qualcosa di concreto per sbloccare questa situazione di stallo.

«Dopo un anno dalla frana, però, nessun intervento concreto è stato svolto – continuano La Fauci e Pagano – lasciando la circolazione nel solo senso di marcia che porta da valle a monte. Un limite insopportabile per i residenti della zona che, per raggiungere il centro città, sono costretti a una infinita deviazione».

Da qui la richiesta di aiuto alla Regione Siciliana.

«La nostra richiesta – spiegano i consiglieri di Ora Messina – è indirizzata direttamente all’Assessorato regionale al Territorio: si attivi il processo di verifica della documentazione prodotta dall’Amministrazione comunale, si acceleri la valutazione tecnico-amministrativa così da permettere al Comune di predisporre la gara e il successivo affidamento dei lavori.

Non è più possibile attendere – concludono La Fauci e Pagano – attendere in maniera silenziosa e senza nessuna aspettativa sulle tempistiche mentre una parte della città resta isolata. Ancora una volta non c’è stata prevenzione nella cura del territorio, ancora una volta dopo il danno la beffa di un’attesa infinita e senza nessuna chiarezza».

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