Un marchio di moda tutto siciliano e la volontà di aprire un laboratorio nella sua Messina per contribuire allo sviluppo della città. Lei è Fortuna Briguglio, 31 anni, giovane stilista messinese che vive a Treviso e che ha fondato un brand che porta il suo nome.
«Da quando ho intrapreso la mia attività mi sono detta :”Se riuscirò concretamente a mettermi in proprio, il sogno più bello è farlo nella mia terra”. Se posso creare lavoro, vorrei farlo a casa mia. E poi c’è anche la bellezza del territorio, se sei nato con la sabbia sotto i piedi, rimani sempre così».
Si racconta così Fortuna Briguglio che sin da bambina ha coltivato la sua passione per il disegno. Poi l’esperienza nelle grandi case di moda e dopo il salto nel vuoto con la scelta di mettersi in proprio con un marchio ed una collezione tutta sua. La storia di Fortuna trasmette energia e passione ad ogni passo e la sua voglia di investire sulla nostra città, con la creazione di un laboratorio di produzione a Messina, testimonia il legame con il luogo che ha visto nascere il suo talento.
Dal negozio della nonna all’avventura di un marchio proprio
La passione di Fortuna per la moda inizia da bambina: inizia a disegnare abiti a 3 anni e non si ferma più. Prima i vestiti delle bambole, che riproduceva in carta, e ad 8 anni la prima macchina da cucire giocattolo con cui inizia a usare la stoffa. Sin dall’asilo trascorre tutti i pomeriggi nel negozio di corredi e ricamo della nonna, anche lei Fortuna, che nel secondo dopoguerra girava l’Italia per trovare le migliori stoffe da far lavorare alle sue ricamatrici con motivi tipici della tradizione siciliana.
«Ho imparato così i primi punti, a fare gli orlini, ed è nata la mia passione. Fin dall’inizio sapevo che nella vita volevo fare questo e così ho proseguito».
Dopo la scuola superiore il trasferimento a Roma per studiare moda all’Accademia Costume & Moda e vari stage in laboratori teatrali. Ma visto che per poter disegnare e progettare bene devi anche saper cucire, Fortuna dedica le sue estati in Sicilia a studiare presso il laboratorio di una sarta.
Poi un giorno, dopo quattro anni di studio, Alberta Ferretti apre una selezione tramite bozzetti presso la sua Accademia. Ne sceglie due e portano entrambi un nome, Fortuna.
Così inizia la prima avventura con un grande marchio. Poi l’esperienza in Benetton, che le insegna quella che definisce la ‘moda della gente’, e infine il passaggio in Armani che le ha lasciato la passione per le giacche – a suo parere una giacca che veste bene è il capo che nell’armadio non può mancare mai.
Qui presenta il bivio: accettare la stabilità di un contratto a tempo indeterminato o mettersi in proprio? Fortuna sceglie il sogno e nasce il marchio “Fortuna Briguglio”.
Cos’è per te la moda?
«La moda è anche ‘modo di essere’. Sei bello nel momento in cui ti senti bene con te stesso. Se l’abito che hai addosso ti fa sentire a tuo agio con te stesso stai bene, fai moda».
Che valori porta il tuo marchio?
«Si chiama come me perché mi da l’impressione di una persona che porta avanti un sogno. Il Colibrì che ho scelgo come simbolo, invece, è più studiato: in questo mondo di apparenze mi sono sempre sentita quella che arrivava da lontano. Pur vivendo dentro la moda non ho mai sposato l’eccessiva apparenza. Il colibrì è l’animale più piccolo, pesa solo 6 grammi. Sembra indifeso ma in verità resiste più di tutti, ha in se tutto ciò che gli serve per sopravvivere. Credo che mi rappresenti perché pur con la mia goffaggine, le mie fragilità, sono sempre andata avanti e sono arrivata dove volevo».
Qual è il tuo rapporto con Messina?
«Per amore vivo a Treviso ma non mi sono mai dimenticata della mia città. Fino ad oggi per produrre mi sono affidata a laboratori esterni, adesso vorrei spostare la mia base produttiva nella città dello Stretto e sto lavorando per questo. Sono convinta che un laboratorio di moda a Messina è possibile. La città ha molto potenziale su cui lavorare: è il momento giusto per poter creare qualcosa».
Quali difficoltà hai incontrato come giovane stilista?
«All’inizio molti non si fidavano di me, mi presentavo in laboratori di provincia da sola con degli schizzi, chiedendo la realizzazione di pochi capi ad aziende abituate a fare grandi numeri. Ho dovuto lavorare molto per ricevere fiducia e mi sono rimboccata la maniche».
Che messaggio ti senti di mandare ai giovani che amano la moda?
«Abbiate coraggio. Lasciatevi andare senza riflettere troppo: se si usa solo la ragione si ha più paura ad andare avanti».
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