Nel 2020 la Sicilia ha registrato un importante crollo del turismo, maggiore rispetto a quello nazionale, con una perdita di posti di lavoro del 17%. Le presenze turistiche nelle strutture ricettive, alberghi o B&B si sono contratte del 56,2%. È quanto emerge dal report di Bankitalia sull’economia dell’Isola nell’anno dell’inizio della pandemia coronavirus.
Come ormai evidente e sotto gli occhi di tutto, il Covid-19 ha avuto un forte impatto negativo sull’economia e sul settore del turismo in tutta Italia. A soffrirne in particolar modo la Sicilia, che nel 2020 ha registrato un crollo importante sia per quel che riguarda i visitatori stranieri che quelli “domestici”. Un dato, su tutti, quello riguardante la presenza di turisti nelle strutture ricettive, contrattosi rispetto al 2019 del 53,4% a livello nazionale e del 56,2% in Sicilia.
Tra aprile e maggio 2020, mesi in cui il turismo inizia a ripartire solitamente in Sicilia, i flussi si sono arrestati. Una leggera ripresa – soprattutto per quel che riguarda la componente nazionale – c’è stata nei mesi estivi, a seguito dell’allentamento delle restrizioni anti-covid in vigore. Su questo fronte, nel mese di settembre 2020 le presenze avevano superato quelle del 2019 (-7,8% in Italia). Le presenze di turisti stranieri hanno invece mostrato una modesta capacità di recupero, rimanendo a settembre del 2020, su livelli inferiori di oltre il 70% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. A ottobre 2020, con il peggioramento nell’andamento dell’epidemia coronavirus e un ritorno a misure restrittive maggiori, i flussi turistici hanno subito un’ulteriore battuta d’arresto, particolarmente marcata per la componente internazionale.
Preoccupante, infine, il dato che riguarda il lavoro nel turismo. Dal secondo trimestre del 2020 il numero di occupati nel comparto si è ridotto del 17% (-15,8 e -14,1 nel Mezzogiorno e a livello nazionale, rispettivamente), un calo più intenso che negli altri settori.
(Foto © Ansa)
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