«I Comuni hanno un ruolo centrale e fondamentale nella riuscita del PNRR, che rappresenta un’opportunità incredibile per il nostro Paese. Basta analizzare alcuni dati: fino al 31 maggio 2023 sono stati assegnati al sistema dei Comuni circa 36,3 miliardi di euro quindi il 91% della dotazione finanziaria prevista»: a dirlo Gilda Siniscalchi, capo di Gabinetto del Ministro per gli Affari Europei e il Sud, le Politiche di Coesione durante un incontro dedicato ai fondi del PNRR organizzato a Messina dall’azienda Quater srls.
Il Governo Meloni intende rimodulare 144 progetti nazionali, tagliando circa 16 milardi di euro. Secondo la Siniscalchi: «non ci saranno problemi con la gestione dei fondi per il RepowerEU italiano e non verranno eliminati progetti, ma continueranno con altre fonti di finanziamento nazionali. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – prosegue Siniscalchi – ha difatti riconosciuto per la maggior parte i Comuni come soggetti attuatori: anche se è una sfida che vede collaborare tutti i livelli di governo. Esiste una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ne fanno parte le amministrazioni centrali, i rappresentanti delle Regioni e dei Comuni e si cerca di capire quali sono le criticità a livello strategico. Questo ha portato anche ad una revisione del Piano riconoscendo alla presidenza del consiglio un ruolo strategico e un interlocutore privilegiato con la Commissione Europea per il Pnrr e valorizzando il ruolo del Ministero dell’Economia e delle finanze».
«Il nostro Paese – continua Siniscalchi – ha pensato di chiedere una revisione del PNRR per richiedere il capitolo aggiuntivo del RepowerEu italiano, ovviamente la richiesta è in valutazione alla Commissione europea. Sono previsti degli investimenti e delle risorse aggiuntive con una visione incentrata sul futuro dell’Italia per gli approvvigionamenti di energia, che sono fondamentali. Potremo essere costretti a togliere quindi alcuni progetti iniziali dal Pnnr, ma non sono compromessi, continueranno con altre fonti di finanziamento nazionali».
«Purtroppo – prosegue Siniscalchi – la complessità del PNRR è evidente, perché è un piano di performance, un aspetto nuovo rispetto ad altre tipologie di finanziamenti. Raggiungere gli obiettivi non è semplice, ci sono diversi step e punti critici: tra questi la capacità di intervenire dei soggetti attuatori in particolare dei piccoli comuni per problemi atavici come la mancanza di risorse, in particolare figure tecniche specializzate. L’Italia non era forse preparata ad affrontare un piano di tali dimensioni, ma la cabina centrale sta cercando di dare il massimo supporto ai comuni. Un altro problema – conclude Siniscalchi – riguarda il reclutamento di nuove risorse umane poichè purtroppo spesso è possibile assumere per un periodo di tempo limitato e tutto questo rende questi posti meno attrattivi».
Intanto proprio in queste ore, il Ministro per gli Affari UE Raffaele Fitto ha in programma un incontro con il Direttore generale della task force del Pnrr della Commissione Europea Celine Gauer per discutere sulla rimodulazione dei fondi del PNRR.
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