A parlare di incidente diplomatico, per anni in città, si citerà quanto avvenuto stamani alla Festa delle Forze Armate. Durante la cerimonia, il sindaco Renato Accorinti ha esposto la bandiera della Pace, con su scritto “l’Italia ripudia la Guerra”. Ma a stupire, a destare clamore, sopra tutto, è stato il discorso del primo cittadino di Messina. “Rigoroso” come sempre nella sua divisa ” maglietta Free Tibet”, Accorinti ha sottolineato che occorre ricordare i partigiani, ha citato, a tal proposito, l’ex presidente Sandro Pertini e, ciliegina sulla torta, che bisogna diminuire i fondi per le Forze Armate e chiudere gli arsenali.
“Si svuotino gli arsenali, strumenti di morte – ha dichiarato il sindaco, rivolgendo anche un appello ai sindaci di tutti i comuni italiani – e si colmino i granai, fonte di vita. Il monito che lanciava Sandro Pertini sembra ancora ad oggi cadere nel vuoto. Nulla da allora è cambiato. L’Italia, paese che per la Costituzione ripudia la guerra, continua a finanziare la corsa agli armamenti ed a sottrarre drasticamente preziose e necessarie risorse per le spese sociali, la scuola, i beni culturali, la sicurezza“.
Un discorso, quello del sindaco Accorinti, che non è piaciuto al Comandante Interregionale Carabinieri “Culqualber”, generale Ugo Zottin, che seguito dal comandante provinciale, Colonnello Spagnol, ha abbandonato la cerimonia.
In pratica, alla base dell’incidente diplomatico c’è che al sindaco Accorinti, si può “passare” che persino ad una cerimonia che celebra la giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, non indossi una giacca ma la consueta maglietta; si poteva “passare”, nel caso l’avesse fatto, anche che, come rappresentante istituzionale, in sua vece, mandasse un assessore cui nel petto non batte un “cuore pacifista”; tutto questo sì, ma non il suo discorso.
Come dire che ad un Gay pride si presenta un omofobo e fa un discorso in cui inneggia l’eterosessualità. Insomma: a volte ci sono assenze “giustificate”.
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