In tema di ferrovie la Sicilia continua ad essere un “binario morto”.
Lo scorso 14 aprile la IV Commissione dell’Assemblea Regionale Siciliana ha presentato un atto d’indirizzo con il quale esortava il governo regionale a predisporre un valido piano politico, per scongiurare i paventati tagli ai treni a lunga percorrenza previsti con il nuovo orario. Ma, da questo orecchio, Palazzo dei Normanni sembra proprio non volerci sentire.
Per il movimento “Ilferribottenonsitocca” la strada tracciata da Regione e Ferrovie ha un unico scopo: soppressione dei collegamenti nazionali e del relativo traghettamento dei convogli.
«A dicembre la regionalizzazione del sistema ferroviario Siciliano sarà completata – precisa Ilferribottenonsitocca – sopprimendo buona parte della residua quota dei collegamenti ferroviari a lunga percorrenza e la navigazione Rfi sullo stretto di Messina con evidenti ricadute economiche in un territorio dal tessuto sociale e produttivo già fortemente depresso. Il tutto avviene con il tacito consenso della Regione che invece di opporsi ai progetti del gruppo Fs, evidentemente ne condivide nei fatti la sostanza».
In particolare, secondo quanto denuncia il movimento popolare, dalle bozze del contratto di servizio del trasporto regionale, arriverebbe la conferma che i progetti di soppressione dei treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia saranno presto realtà.
«Alcuni dei collegamenti ferroviari rientranti nell’alveo del servizio universale – spiegano i rappresentanti del movimento – potrebbero, nei piani delle Fs, essere sostituiti con treni regionali, sopprimendo di fatto parte dei treni passeggeri a lunga percorrenza oggi esistenti. Nei progetti presentati in queste settimane , Trenitalia per l’orario commerciale in vigore dal prossimo dicembre si riserva infatti di predisporre due nuove coppie di treni regionali veloci sia sulla direttrice Messina – Palermo sia su quella Messina- Siracusa».
Tutto questo a conferma delle reali intenzioni di interrompere il traghettamento dei treni sullo Stretto, costringendo quindi i viaggiatori siciliani a raggiungere l’altra sponda a bordo di navi e aliscafi.
Intanto, nei giorni scorsi, è stato salutato con entusiasmo il “nuovo” servizio predisposto da Trenitalia per i collegamenti tra Palermo e Catania: dal prossimo 3 maggio, 14 coppie di treni uniranno i due capoluoghi in poco meno di tre ore. Questo servizio è stato impostato dopo il crollo del viadotto della A19. Nonostante la soddisfazione dei rappresentanti regionali, presenti all’inaugurazione della nuova relazione, c’è veramente poco da festeggiare. Trenitalia, infatti, non ha fatto altro che ritoccare le tracce orarie di una relazione già esistente, diminuendo di fatto i tempi di percorrenza in una linea quasi interamente a binario unico. Non sono nuovi neanche i treni che verranno utilizzati: i “Minuetto” sono stati portati in Sicilia nel lontano 2004.
Sono bastati però una rinfrescata alla livrea cromatica dei convogli e una serie di accorgimenti, per ottimizzare i tempi di viaggio (eliminazioni di fermate e incroci lungo linea) e illudere i siciliani. Un servizio del genere infatti poteva essere previsto già dieci anni fa, invece è stato programmato in una situazione di emergenza in seguito al crollo verificatosi in autostrada.
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