Era abbastanza prevedibile e alla fine è successo: la Regione Siciliana ha dichiarato lo stato di crisi ed emergenza regionale per 43 comuni etnei ricadenti in un territorio di circa 30 mila ettari.
A preoccupare i rischi provocati da cenere e lapilli caduti durante gli undici episodi parossistici dell’eruzione dell’Etna partiti il 16 febbraio. Il presidente Musumeci ha preso questa decisione dopo il confronto con la Protezione Civile.
Intanto, Palazzo d’Orleans ha nominato Salvo Cocina commissario delegato per la realizzazione degli
interventi urgenti. Questo dipartimento stanzierà immediatamente un milione di euro, ma secondo le stime i danni causati ammonterebbero a oltre dieci milioni di euro. Proprio per questo motivo, la Regione ha già richiesto allo Stato la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale.
43 comuni in stato di emergenza per l’eruzione dell’Etna
Tra i 43 comuni in stato di crisi anche Catania. Di seguito la lista completa dei comuni interessati dall’eruzione dell’Etna che il governo regionale ha incluso nello stato di crisi:
- Adrano,
- Aci Bonaccorsi,
- Aci Castello,
- Aci Catena,
- Acireale,
- Aci Sant’Antonio,
- Belpasso,
- Biancavilla,
- Bronte,
- Calatabiano,
- Camporotondo Etneo,
- Castiglione di Sicilia,
- Catania,
- Fiumefreddo di Sicilia,
- Giarre, Gravina di Catania,
- Linguaglossa,
- Maletto,
- Mascali,
- Mascalucia,
- Milo,
- Misterbianco,
- Motta Sant’Anastasia,
- Nicolosi,
- Paternò,
- Pedara,
- Piedimonte Etneo,
- Ragalna,
- Randazzo,
- San Giovanni La Punta,
- San Gregorio,
- San Pietro Clarenza,
- Sant’Agata Li Battiati,
- Sant’Alfio,
- Santa Maria di Licodia,
- Santa Venerina,
- Trecastagni,
- Tremestieri Etneo,
- Valverde,
- Viagrande,
- Zafferana Etnea.
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