Lastre di eternit, vecchi serbatoi, pannelli, canne fumarie, tettoie, coibentazioni di tubature, lungi dall’essere definitivamente dismesse e scomparse, “campeggiano” invece, numerose, nelle palazzine popolari di Comune o Iacp. L’emergenza amianto ancora non è stata del tutto eliminata: questa la denuncia del consigliere della III Circoscrizione, Libero Gioveni, che sollecita interventi radicali di bonifica da parte del Commissario straordinario, Luigi Croce, e dell’assessorato regionale competente, per rimuovere quelle “bombe ecologiche” presenti anche nelle baraccopoli cittadine come Fondo Fucile. Numerose le istanze dei cittadini che desiderano disfarsi del materiale pericoloso esistente ancora sottoforma di serbatoi d’amianto nelle terrazze degli edifici, utilizzati in passato per l’approvvigionamento idrico delle abitazioni. «Nella fattispecie, però ― dice Gioveni ―, l’ente proprietario (Comune o Iacp) quasi mai è intervenuto o interviene per effettuare le necessarie operazioni di prelievo e smaltimento». «Soltanto qualche anno fa ― ricorda il consigliere ― vi fu un serio tentativo da parte dell’ex assessorato al Risanamento di fare “piazza pulita” in molte zone, attraverso un finanziamento del Ministero dell’Ambiente che, vista l’accertata pericolosità del prodotto per la salute pubblica, portò all’avvio di progetti e alla pubblicazione di un bando che consentì a molti cittadini di presentare apposita istanza per usufruire di questo importante servizio. Da allora, però, ― prosegue Gioveni ― Palazzo Zanca non ha più comunicato ufficialmente l’avvio di nuovi iter amministrativi volti a risanare le numerose aree “inquinate” di amianto, nonostante sia arcinoto il lungo elenco di norme, decreti e circolari che dal lontano 1992 (con la prima Legge sull’amianto, la n. 257 del 27 Marzo) impongono l’eliminazione di questo materiale cancerogeno per l’uomo e rovinoso per l’ambiente! Né tanto meno è dato sapersi ― conclude il consigliere della III Circoscrizione ― se alle successive richieste alla Regione da parte del Comune volte ad ottenere un nuovo finanziamento per la pubblicazione di un nuovo bando, da Palermo abbiano risposto, nonostante sia palese l’urgenza di dover ottemperare alla rigida normativa sull’argomento e soddisfare le legittime istanze degli interessati».
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