Mettere in relazione i diversi organismi che si occupano di promuovere il ruolo e l’emancipazione delle donne per ottenere risultati concreti. Questo il primo obiettivo emerso nell’incontro che si è svolto oggi presso la Cgil di Messina tra le rappresentanti del mondo del lavoro, dell’imprenditoria, della cultura e ricerca al quale hanno partecipato la responsabile politiche di genere delle Cgil di Messina, Esmeralda Rizzi, la Presidente del Comitato Pari Opportunità dell’università di Messina, Mariaenza La Torre; per Confindustria Messina, il Direttore Laura Biason; per l’imprenditoria, il commercio e il lavoro autonomo, la Presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile presso la Camera di commercio, Anita Gioviale. Dal confronto sono emersi tre punti chiave: l’importanza di forzare sia attraverso meccanismi normativi – le quote, i comitati ad hoc – o attraverso protocolli di intesa la presenza delle donne nei luoghi decisionali per favorire scelte o sistemi paritari; adottare iniziative concrete che favoriscano l’ingresso e la permanenza delle donne nel mondo del lavoro; mettere in rete le buone prassi e cercare di favorirne la promozione. «I dati dimostrano come dove sono stati adottati correttivi i risultati ci sono stati. Viceversa il cammino è ancora lungo — spiega Rizzi—». All’università di Messina, per esempio, su 1318 docenti, 525 sono donne ma se si va a guardare tra gli ordinari la percentuale di donne cala notevolmente, appena 77 su 317. Confindustria segnala che su scala nazionale i Direttori donna sono appena 7, di questi uno a Messina mentre in Cgil, dove esiste da anni una norma a favore delle rappresentanza femminile negli organismi di direzione, le donne non sono mai rappresentate sotto il 40%. Sul fronte negativo, i numeri descrivono però tutte le difficoltà che incontrano le donne nel mondo del lavoro. Ancora oggi oltre un terzo delle donne lascia il lavoro dopo la gravidanza; il tasso di occupazione femminile in Italia è agli ultimi posti d’Europa (48%) mentre quello della Sicilia (28%) si attesta al livello di Paesi culturalmente molto distanti dal nostro sulla parità uomo/donna, come il Pakistan; le donne occupano circa il 20% dei posti direzionali; il 76% del lavoro di cura o familiare ricade sulle donne.
«Per cambiare le cose occorrono interventi concreti, collaborazione tra gli organismi che si occupano di promuove la parità uomo/donna e cercare di cambiare la cultura, la mentalità — hanno osservato concordi le partecipanti alla riunione». Sul versante pratico a Messina per esempio, il Comitato per l’imprenditoria femminile, sta promuovendo l’apertura di una Linea di microcredito dedicata alla imprese femminili; l’università ha ottenuto che il CDA abbia a parità di requisiti una presenza paritaria uomo-donna; Confindustria sta promuovendo tra i propri iscritti l’adozione della Carta per le pari opportunità; la Cgil ha avviato un percorso formativo per giovani iscritte e delegate. «In un territorio dove mancano i servizi a sostegno della genitorialità, i nidi, il tempo prolungato a scuola o dove il servizio mensa funziona a singhiozzo, la parola conciliazione diventa un’utopia — ha sottolineato Rizzi —. Per questo tra i nostri prossimi obiettivi ci sarà la realizzazione di una Piattaforma rivendicativa da sottoporre alle amministrazioni dei comuni per chiedere di garantire , anche e nonostante la crisi, quei servizi indispensabili alle famiglie».
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